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Il caso

Un jet delle Frecce Tricolori si schianta vicino all'aeroporto di Caselle: il pilota si salva usando il paracadute, ma a terra muore una bimba di 5 anni. Il pilota: "Ho un problema al motore"

Un jet delle Frecce Tricolori si schianta vicino all'aeroporto di Caselle: il pilota si salva usando il paracadute, ma a terra muore una bimba di 5 anni. Il pilota: "Ho un problema al motore"

Un combo di foto che mostra la dinamica dell'incidente

16 Settembre 2023, 17:40

Un velivolo che compone la pattuglia delle Frecce Tricolori è precipitato nelle vicinanze dell’aeroporto di Caselle. Il pilota si è salvato lanciandosi con il paracadute. Una bimba di cinque anni è morta, però,  nello schianto. Il velivolo si è abbattuto sul fondo della pista coinvolgendo, secondo le prime notizie, un’automobile. Nell’incidente è rimasto coinvolto l'intero nucleo familiare della bimba morta: in ospedale per ustioni un bimbo di 9 anni, la mamma e il papà. Anche il pilota del velivolo, che si è sganciato, ha riportato ustioni. 

Era attesa per le 17 all’aero club di Vercelli la pattuglia delle Frecce Tricolori di cui faceva parte il velivolo precipitato oggi nei pressi dell’aeroporto di Torino-Caselle. La pattuglia doveva partecipare a un air show. Uno speaker ha annunciato ai circa quattromila spettatori presenti che non sarebbe arrivata.

Domani le Frecce Tricolori avrebbero dovuto essere il culmine di una esibizione all’aero club di Torino-Collegno organizzata per il centenario dell’Aeronautica militare. L’evento è stato annullato.

Il pilota: "Ho un problema al motore"

Un problema al motore: questo è quanto avrebbe comunicato al suo capo squadra, durante il volo, il pilota della Freccia Tricolore che oggi si è schiantata al suolo nei pressi dell’aeroporto Torino-Caselle. Lo si è appreso da fonti qualificate presenti sul posto. Il pilota avrebbe riferito che doveva sganciarsi dalla formazione. In seguito ha perso il controllo del velivolo e ha azionato il dispositivo di eiezione dalla cabina. L’aereo, cadendo a terra, ha preso fuoco e ha colpito un’automobile di passaggio.

Il papà della bimba morta: "Ho sentito un grosso rumore"

«Ho sentito un grosso rumore». Questo il racconto fatto dal papà della bimba di 5 anni morta oggi per effetto dello schianto della Freccia Tricolore all’aeroporto di Torino-Caselle. La vettura su cui viaggiava insieme alla piccina, al fratello di 12 anni e alla madre è stata urtata dal velivolo, che si è incendiato.

L’uomo, di 48 anni, è stato portato all’ospedale Cto di Torino. Ha riportato ustioni sul 4% della superficie corporea concentrate sul palmo della mano sinistra. La prognosi per lui è di 20 giorni.

La dinamica dell'incidente e il precedente dell'8 ottobre 1996

Dalle prime immagini che circolano in rete, l'aereo delle Frecce Tricolori impegnato in un’esercitazione a Caselle in vista di uno show acrobatico previsto domani sempre nel torinese, perde lentamente quota e si vede il pilota eiettarsi fuori dall’aereo, sul fondo pista a nord, poco prima dell’impatto in cui l’aereo di trasforma in una palla di fuoco.

Il gruppo dei dieci aerei appare diviso in due formazioni da 5, da cui uno dei mezzi si stacca e precipita. La palla di fuoco appare proseguire verso le cascine nel territorio del comune di San Francesco al Campo, esattamente dove il volo cargo Aeroflot 9981 partito da Mosca si schiantò in atterraggio l’8 ottobre 1996. Le vittime allora furono 2 e 13 i feriti.

Anno sfortunato per le Frecce. In aprile morì su un'ultraleggero il capitano Ghersi

È un anno sfortunato per le Frecce tricolori, la cui base è a Rivolto (Udine): in aprile è morto il capitano dell’Aeronautica militare Alessio Ghersi assegnato alla Pattuglia acrobatica nazionale dal 2018. Nella formazione a dieci velicoli delle Frecce tricolori era Pony 5, cioè il secondo gregario alla destra del capo formazione.

Ghersi, di 34 anni di Domodossola, sposato, padre di due figli piccoli, era alla cloche di un velivolo ultraleggero - un Pioneer 300 della Alpi Aviation di Pordenone - in una breve uscita con un parente, morto anche lui nella caduta, nei cieli e sui monti del Friuli, schiantatosi sul Monte Musi, nell’Alta valle del Torre, nel comune di Lusevera (Udine), da un’altezza di 800 metri. Pilota combat ready sul velivolo Eurofighter, Ghersi aveva svolto attività di difesa aerea sia in ambito nazionale sia in missioni Nato.

Gli investigatori concordarono sul fatto che il Pioneer fosse completamente ingovernabile, dal momento che il capitano aveva una vastissima esperienza e, nonostante questo, non sia riuscito a condurlo a terra. Al momento dell’incidente le condizioni meteo e la visibilità erano buone.

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