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TERREMOTO

Ore 15,45: scossa del 4.3 a Rovigo, sentita anche a Parma

Nessun problema per la torre della Garisenda a Bologna, già transennata nei giorni scorsi

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25 Ottobre 2023, 16:11

Una scossa di terremoto, di magnitudo 4.3, si è verificata nei pressi di Calto (Rovigo), a una profondità di 20 chilometri alle 15.45. Il sisma, la cui notizia è stata diffusa dalla Protezione civile Fvg di Palmanova (Udine), è stato registrato dal Centro di Ricerche Sismologiche Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale-Ogs di Trieste, ma è stato avvertito (in parte) anche a Parma, a Modena e a Bologna. Sono in corso le verifiche ma al momento non sono segnalati danni in Veneto o in Emilia-Romagna. 
Alle 16,02 è stata registrata un'altra, lieve scossa, nella stessa zona (magnitudo 2.0). 

La sala operativa dei vigili del fuoco di Rovigo segnala di non aver ricevuto alcuna richiesta di soccorso, in seguito alla scossa di terremoto segnalata nel primo pomeriggio di oggi. Al momento risulta qualche telefonata di persone che hanno comunicato di aver sentito la scossa. La sala operativa è presieduta dal comandante dei vigili del fuoco di Rovigo Claudio Fortucci, che al momento esclude criticità.

Nessuna anomalia è stata rilevata sulla Torre di Garisenda di Bologna dopo la scossa di terremoto con epicentro in provincia di Rovigo. Lo riferisce il Comune: i tecnici hanno immediatamente esaminato le indicazioni provenienti dai sensori collocati sulla Torre e «al momento non è stata rivelata nessuna anomalia di rilievo». 

Terremoto avvertito fino a Novara 
Il terremoto di magnitudo 4,2 avvenuto fra Rovigo e Mantiva è stato avvertito in una zona ampia, che va da Udine a Novara e da Trento a Ravenna: lo indicano i dati del servizio "Haisentitoilterremoto" dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Al momento i risultati, basati sui questionari inviati dalle persone che vivono nelle aree colpite da un terremoto, indicano danni equivalenti a quelli previsti fra il livello 2 e 4, sui dieci della scala Mercalli, con segnalazioni che vanno dal semplice avvertimento della scossa al tremito di infissi e cristalli e leggere oscillazioni di oggetti appesi.
«Questi dati, combinati con il calcolo dell’intensità macrosismica e con i dati Istat sulla popolazione, sono analizzati da un algoritmo che stiamo sperimentando e che è in grado di dare in pochi minuti una prima stima relativa a vittime e danni», ha detto all’ANSA il presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni. «Lo stiamo testando - ha aggiunto - e spero che potremo renderlo pubblico prima possibile». 

Nel 2011 un terremoto in una zona vicina 
di Rovigo, Ferrara e Mantova, che il 17 luglio 2011 era stata colpita da quattro terremoti, il maggiore dei quali di magnitudo 4.7. All’origine dell’evento c'è «un meccanismo di tipo compressivo», ha detto all’ANSA il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni.
A generare il terremoto di oggi è stata in particolare la pressione del margine settentrionale degli Appennini sepolto sotto la Pianura Padana. «E' una zona nota dal punto di vista sismico, in quanto si trova lungo il fronte compressivo della catena appenninica», ha osservato Doglioni.
La magnitudo di 4,2 è la magnitudo locale, vale a dire la prima misura generata in automatico e non considerata perfettamente attendibile. Per questo motivo i sismologi si servono anche del calcolo della cosiddetta magnitudo momento, chiamata così perché si basa sulla stima del momento sismico, ossia su una durata più ampia del sismogramma, almeno fino a 30 minuti. «E' possibile che quando i calcoli saranno completati la magnitudo di questo terremoto sia inferiore a 4,2», ha detto Doglioni. Con la magnitudo viene rivista anche la profondità, che al momento è calcolata in 8 chilometri.
«Un terremoto come questo - ha aggiunto - è uno dei tanti eventi naturali del sistema tettonico italiano: si calcola che in Italia avvengono in media ogni anno 15 terremoti di magnitudo compresa fra 4,0 e 4,9». Secondo il presidente dell’Ingv «è impossibile sapere se questo terremoto sia un precursore di eventi più forti». 

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