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UN MURETTO E UNA TARGA

Bologna ricorda Andrea Purgatori e il suo lavoro per Ustica - Video

01 Febbraio 2024, 21:18

 Nel giorno del suo compleanno, il Comune di Bologna, insieme all’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica ricordano Andrea Purgatori e il suo lavoro di giornalista d’inchiesta per fare luce sulla strage costata la vita a 81 persone. Di fronte al Memoriale di Ustica a Bologna il sindaco Matteo Lepore con Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica e la vice direttrice del Corriere della Sera, Fiorenza Sarzanini, hanno dedicato a Purgatori un muretto e una targa, dalla quale, grazie a un Qr Code, è possibile consultare tutti gli articoli scritti dal giornalista sul Corriere della Sera su questo tema.

«Andrea Purgatori, pur non essendo un cittadino bolognese, in tutte le sue attività ha incarnato il nostro spirito: la lotta costante per la verità e per la giustizia, che significa per noi la lotta per la democrazia e significa soprattutto la dignità della Repubblica italiana», ha detto Lepore.

«Andrea Purgatori è stato importantissimo, dalla notte della strage ha cominciato subito ad indagare perché un amico militare da Ciampino gli disse che il Dc9 era stato abbattuto e di non farsi fregare e lui ha provato a non farsi fregare», dice Daria Bonfietti. «Anche noi parenti delle vittime ci siamo messi a lottare perché avevamo nella testa e nelle orecchie che non era vero il cedimento strutturale dell’aereo che ci raccontavano uomini delle istituzioni - prosegue Bonfietti - L’importanza di Andrea è anche quella di aver saputo mantenere il dubbio, il tarlo e cercato in tutti i modi di fare emergere la verità».

Commosso anche il ricordo dei figli, Edoardo e Vittoria. «Posso solo immaginare il dolore che ancora oggi provano i familiari della strage di Ustica e a questo dolore la nostra famiglia si stringe», sottolinea Edoardo che descrive il muretto dedicato al giornalista come «un luogo per la nostra famiglia dove ringraziare, che ci rende molto fieri». L’abbraccio di Bologna «è un vanto - aggiunge - ed è un modo per cementificare il rapporto e il legame che per una vita c'è stato tra i familiari delle vittime e nostro padre, a prescindere dal lavoro che lui ha fatto». 

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