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astrofisica

Trovata una stella cannibale, la prova è una cicatrice metallica

Trovata una stella cannibale, la prova è una cicatrice metallica

02 Marzo 2024, 11:46

 Una stella cannibale ha "ingoiato" pezzi del suo sistema planetario, un fenomeno noto da tempo, ma per la prima volta è stata trovata una prova davvero particolare di questo delitto: una lunga cicatrice fatta di metalli, che si estende per circa 500 chilometri sulla sua superficie.

Il risultato, pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal Letters e guidato dall’Osservatorio di Armagh, nell’Irlanda del Nord, è stato ottenuto grazie al Very Large Telescope dello European Southern Observatory situato in Cile. Osservazioni simili potrebbero essere utili per rivelare la composizione degli esopianeti che orbitano al di fuori del Sistema Solare. La cicatrice osservata dal gruppo di ricercatori guidati da Stefano Bagnulo è una concentrazione di metalli impressa su una nana bianca, l’ultima fase dell’evoluzione di stelle simili al Sole che si raffreddano lentamente raggiungendo dimensioni pari a quelle della Terra.

In precedenza, erano state osservate numerose nane bianche inquinate da metalli, portati lì da pianeti disgregati o asteroidi che sono passati troppo vicini alla stella, ma in questo caso il materiale è stato guidato dal campo magnetico della nana bianca, attraverso un processo simile a quello che produce le aurore sia sulla Terra che su Giove.

«Abbiamo dimostrato che questi metalli provengono da un frammento planetario grande quanto o forse più di Vesta, il secondo asteroide del Sistema Solare per dimensioni», commenta Jay Farihi dello University College di Londra, co-autore dello studio. «Sorprendentemente, il materiale non era mescolato uniformemente sulla superficie della stella», aggiunge John Landstreet dell’Università Occidentale canadese e dell’Osservatorio di Armagh, un altro co-autore. «Invece, questa cicatrice è concentrata - afferma Landstreet - e tenuta in posizione dallo stesso campo magnetico che ha guidato la caduta dei frammenti: niente di simile è mai stato visto prima».

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