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Era lì, gettato tra una catasta di legna inutilizzata, in mezzo ad altri rifiuti; senza corde, con parti interne mancanti e qualche danno alla cassa armonica. Non un gioiello ma ciò che restava di uno strumento da conservare, forse recuperare. D’altronde, Matteo Fanni Canelles, se è diventato maestro di musica e poi anche direttore dell’ Accademia Ars Nova di Trieste, deve per forza essere animato da sensibilità musicale. Dunque, lui e sua figlia hanno recuperato quel pezzo di violino con l’idea di sottrarlo alla distruzione. Ma è bastato qualche ritocco indispensabile e poco tempo per capire che non si trattava di uno strumento come tutti gli altri, ma di un violino prezioso. Non un Guarnieri o uno Stradivari, ma uno strumento di ottima fattura, e anche di un certo valore.
Quello strumento oggi ha un nome, datogli dal nuovo proprietario, «Antico violino ritrovato», e, qualora lo avesse già fatto in passato, è tornato ad esibirsi in pubblico. Ieri, nel corso della serata concerto di Vecchioni e Cocciante in piazza Unità d’Italia, nell’ambito della 50/a Settimana sociale dei cattolici italiani, ha fatto sentire la sua «voce». Lo stesso palco sul quale è atteso il Pontefice domenica mattina.
«Lo abbiamo trovato e recuperato nella spazzatura, a Trieste, nell’aprile 2023 - spiega Fanni Canelles - lo abbiamo restaurato insieme con un liutaio. C'era un’etichetta su cui era scritto 'restaurato nel 1935', dunque ho pensato che potesse essere stato costruito nell’Ottocento». Al maestro di musica non era sfuggito che non si trattasse di un violino di quelli prodotti in massa, di scarso valore, ma non aveva pensato «che si trattasse di un prodotto di altissima liuteria». Infatti, il liutaio è convinto «che lo stile della tastiera sia di fine Settecento e che è stato usato tantissimo. Ha un suono stupendo, come quello di uno strumento da 50 o 60 mila euro. Ha il suono di un Guarnieri, celestiale».
Fanni Canelles e suoi allievi si esibiscono ogni giorno in un piccolo stand tra i circa 50 allestiti in centro città per la Settimana sociale, ieri hanno affidato lo strumento a una ragazza di 13 anni, austriaca, Lorea Mimura, vincitrice di un concorso internazionale, che si è esibita sul palco, appunto. Non è un caso: la favola buona del violino si attaglia allo spirito della conferenza della Settimana e degli insegnamenti di Papa Francesco, «lo scarto dell’uomo che può riacquistare dignità, è una metafora che da un oggetto può essere traslato alle persone». Dunque, il maestro ha contattato il Vaticano e proposto la storia dell’Antico violino ritrovato. E Oltretevere hanno accettato.
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