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Reato di femminicidio, Gino Cecchettin: "Presa di coscienza collettiva ma quel che serve è una vera azione culturale"

Cecchettin: legge femminicidio è presa di coscienza collettiva

Foto d'archivio

08 Marzo 2025, 10:14

Gino Cecchettin, padre di Giulia Cecchettin, la giovane uccisa a novembre 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta, è favorevole all’introduzione del reato di femminicidio, che era tra le proposte della fondazione che porta il nome della figlia: «Finalmente è arrivato. È una presa di coscienza collettiva che esiste il femminicidio, una differenziazione di cui abbiamo bisogno. Il comitato legale della Fondazione aveva il desiderio di proporlo», spiega in un’intervista al QN. Tuttavia non può bastare: «Ovviamente no, come non bastano le leggi in generale. Serve poi un’azione culturale, che è alla base di una società civile».
Per un cambiamento culturale è necessario il sistema scolastico: «Servono risorse - afferma Cecchettin - Bisognerebbe anche dare ai docenti i mezzi per poterlo affrontare. Come Fondazione, tra i primi progetti, abbiamo appunto la formazione dei docenti. L’educazione affettiva, a parte qualche progetto attivato dalle singole scuole, deve diventare sistematica. Sono gli studenti stessi a chiederlo».
Cecchettin non è pentito di aver intrapreso la strada dell’impegno sociale con la fondazione: «No, assolutamente no. Guardo la foto di Giulia e penso che se questo percorso fosse stato fatto prima, forse non avrei perso mia figlia. Quindi vado avanti sperando che qualcuno possa trarne giovamento un domani, anche se a volte le energie possono cambiare». (ANSA).

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