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Cronaca nera, riaprono le indagini: i casi che nel 2025 tornano a far parlare di sé

Dalla riapertura del caso Poggi alle nuove indagini dell’omicidio Scopelliti: quest’anno la “nera” riapre vecchie ferite e solleva nuovi interrogativi

Cronaca nera, riaprono le indagini: i casi che nel 2025 tornano a far parlare di sè

di Sofia Piccini

14 Aprile 2025, 15:56

Nel corso del 2025, diversi casi di cronaca nera dati per chiusi sono tornati sotto i riflettori della giustizia italiana.

Una nuova ondata di indagini, sospinte da elementi finora trascurati, testimoni mai ascoltati o reperti analizzati con tecnologie più avanzate, sta riscrivendo le pagine di alcuni delitti di “nera” considerati ormai dei “cold case”.
Tra garantismo e una rinnovata sete di verità «oltre ogni ragionevole dubbio», si riaprono dunque scenari oscuri del passato, pronti a generare nuove domande e, forse, a dare finalmente delle risposte.

Delitto di Garlasco
Erano le 13:50 del 13 agosto 2007 quando, su segnalazione di Alberto Stasi, due carabinieri entrano nella villetta della famiglia Poggi, a Garlasco. In fondo alla scala che porta alla cantina trovano il corpo senza vita di Chiara Poggi, 26 anni, impiegata laureata in Economia.
Le indagini si concentrano sul fidanzato della giovane, Alberto Stasi, incensurato e laureando alla Bocconi. Una perquisizione nella sua abitazione porta al sequestro di tre automobili - tra cui la sua Golf - diversi attrezzi e due biciclette. Proprio sui pedali di una di queste vengono trovate tracce di DNA compatibile con quello di Chiara: secondo i RIS, si tratta del sangue della ragazza.
Dopo diverse assoluzioni da parte del GUP per insufficienza di prove, Stasi viene condannato il 17 dicembre 2014 a 16 anni di reclusione, apparentemente mettendo fine ad una vicenda giudiziaria durata almeno otto anni.
O meglio, credendo di porvi fine.
Quasi un decennio dopo la condanna, infatti, il caso viene nuovamente riaperto da una nuova indagine della Procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, su richiesta della difesa di Stasi. Secondo nuovi accertamenti, le tracce di DNA trovate sulle e sotto le unghie di Chiara sarebbero compatibili con Andrea Sempio, amico del fratello minore di Chiara.
Considerati ora rilevanti sono anche altri indizi all’epoca ritenuti privi di significato. Vengono discusse le tre chiamate partite dal cellulare di Sempio i giorni precedenti all’omicidio, quando quest’ultimo era consapevole del fatto che Chiara si trovasse da sola in casa e il biglietto del parcheggio di Vigevano da lui conservato per dimostrare la sua assenza a Garlasco la mattina del delitto.

Omicidio Resinovich

Liliana Resinovich, 63 anni, scompare a Trieste il 14 dicembre 2021. Il suo corpo viene ritrovato il 5 gennaio 2022, avvolto in un sacco nero, con la testa coperta da altri due sacchetti, fissati al collo con un cordino.
In un primo momento si ipotizza il suicidio, ma la perizia depositata alla Procura di Trieste dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo ribalta la ricostruzione iniziale: Liliana è morta per soffocamento, elemento che orienta le indagini verso l’omicidio.

Alla luce di questi nuovi elementi, il marito della donna, Sebastiano Visintin, viene iscritto nel registro degli indagati.
Dall’analisi del cellulare della vittima erano emerse ricerche mirate come “come divorziare senza avvocato” e “quanto tempo per ottenere un divorzio”. Inoltre, risultarono oltre 1.100 chiamate effettuate a Claudio Sterpin, amico e presunto amante della donna.

Omicidio Scopelliti
Il giudice Antonino Scopelliti fu ucciso il 9 agosto 1991 mentre viaggiava a bordo della sua BMW 318i, nei pressi di Piale, frazione di Villa San Giovanni (Reggio Calabria). Scopelliti avrebbe dovuto rappresentare l’accusa in Cassazione nel maxi-processo a Cosa Nostra. 
La pista di un’esecuzione mirata a ostacolare il lavoro del giudice è stata rilanciata dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia catanese Maurizio Avola, sulla base delle quali è stata aperta una nuova inchiesta nel 2018.


A distanza di 34 anni, nuove verifiche documentali e accertamenti balistici su un fucile calibro 12 della marca Arrizabala — rinvenuto interrato in un terreno indicato proprio da Avola — hanno riacceso l’interesse investigativo. La polizia scientifica è dunque tornata sul luogo del delitto per nuovi rilievi, riportando in loco nuovi elementi per effettuare una ricostruzione della dinamica omicidiaria. Sul posto sono stati dunque impiegati: la BMW 318i del giudice, custodita per anni dai familiari e fino a quel momento mai vista, una moto Honda Gold Wing 1200, che secondo la versione del pentito sarebbe stata utilizzata per portare a termine l’agguato e una riproduzione effettuata da Beretta del fucile calibro 12 di marca Arizzabala.

Delitto di Chiavari

Nada Cella aveva solo 25 anni quando, il 6 maggio 1996, fu brutalmente uccisa nello studio del commercialista Marco Soracco, in via Marsala 14 a Chiavari (Genova), dove lavorava come segretaria. Lo studio si trovava al piano superiore dell’abitazione che Soracco condivideva con l’anziana madre, Marisa Bacchioni.
In un primo momento, le indagini si concentrarono proprio sul datore di lavoro della giovane. Col tempo, però, emerse un’altra pista: quella che conduceva ad Anna Lucia Cecere, ex insegnante ritenuta la principale sospettata del delitto, in quanto presunta “rivale” di Nada per motivi sentimentali e professionali.
Negli ultimi mesi, la Procura ha acquisito un’intervista rilasciata dallo stesso Soracco, in cui ammette di conoscere Cecere, descrivendola come un’“amica” presentatagli da conoscenti.

A questo riguardo, tra dicembre 2024 e gennaio 2025 la polizia ha raccolto due testimonianze inedite, fino ad ora mai ascoltate nei quasi trent’anni trascorsi dall’omicidio. Si tratta di Vincenzo Daneri, un anziano frequentatore della sala da ballo Odeon, e di Sara Giorgi. Entrambi hanno dichiarato di aver visto Soracco e Cecere ballare insieme durante un pranzo organizzato dalla sala, rafforzando così l’ipotesi – finora solo suggerita – di un movente passionale legato alla gelosia della donna.

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