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Blue Origin, missione spaziale di sole donne: fioccano polemiche su costi ed emissioni - Video

Anche se la spedizione guidata da Lauren Sánchez proclama di voler colmare il divario di genere nelle STEM, in molti parlano di pura strategia di marketing. Anche Emily Ratajkowski si unisce alle critiche sul turismo spaziale di Bezos

 Atterrate le sei turiste spaziali del volo di Blue Origin

di Sofia Piccini

15 Aprile 2025, 15:22

Una polemica legittima si è accesa attorno all’ultima missione spaziale firmata Blue Origin: una spedizione di sole donne che tuttavia secondo molti sembra avere ben poco di realmente esplorativo e femminista.

A bordo del razzo New Shepard sono salite sei passeggere, tra cui alcune esponenti del jet-set americano, selezionate per un volo suborbitale durato appena 11 minuti. Tra loro, la pop star Katy Perry, la giornalista e futura moglie di Jeff Bezos Laura Sánchez, l’anchor di CBS Gayle King, l'ex scienziata NASA Aisha Bowe, l'attivista Kerianne Flynn e l'astrofisica Amanda Nguyen.

Una manciata di minuti in assenza di gravità, tra sorrisi e celebrazioni, prima di rientrare sulla Terra, accolte dal “padrino” dell’impresa: Jeff Bezos, fondatore di Amazon.com e proprietario di Blue Origin, la compagnia aerospaziale privata da lui creata nel 2000. Con un patrimonio stimato da Forbes di circa 214,7 miliardi di dollari, Bezos figura stabilmente tra i tre uomini più ricchi al mondo.

La missione è stata presentata come un'iniziativa a sostegno della parità di genere nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), con l’obiettivo di colmare un gender gap storico: ad oggi, infatti, solo l’11% delle persone che hanno viaggiato nello spazio sono donne.

Tuttavia, secondo molti l’operazione avrebbe assunto i contorni di un’abile manovra di pinkwashing, in cui una narrativa inclusiva si intreccia ad un’ennesima trovata di marketing per Blue Origin.

La visione dichiarata di Blue Origin è quella di un futuro in cui «milioni di persone vivranno e lavoreranno nello spazio, con l’obiettivo di risanare e sostenere la Terra, la nostra blue origin».

Tutto molto idilliaco dunque, ciò che legge sul sito di Blue Origin, che ci tiene a precisare quanto l’azienda nasca “per il beneficio della terra”, se non fosse che un viaggio dell’azienda può costare tra i 250.000 e i 500.000 dollari e ogni passeggero, per soli 11 minuti in orbita, genera tra le 50 e le 100 tonnellate di CO₂ (Fonte:  Eloise Marais, docente presso l’University College London)

Come prevedibile, le critiche a riguardo non sono una novità: già nel 2021, al debutto del primo volo turistico di Bezos (20 luglio), una petizione firmata da oltre 100.000 persone chiedeva ironicamente che il magnate “non tornasse più sulla Terra”. Lo stesso principe William, in un’intervista alla BBC, si era espresso contro la «corsa allo spazio dei miliardari», chiedendo di investire risorse per «salvare il pianeta piuttosto che fuggire da esso».

Ad alimentare il dibattito nelle ultime ore è intervenuta anche Emily Ratajkowski, attrice e modella che ha criticato duramente la missione, definendola «roba da fine del mondo»: «È oltre la parodia. Dici di amare la Madre Terra, ma sali su un’astronave finanziata da una compagnia che sta distruggendo il pianeta. Guarda in che stato è il mondo e pensa alle risorse usate per mandare queste donne nello spazio. Per cosa? Qual era la strategia di marketing? Sono disgustata, letteralmente disgustata».

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