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ravenna

Giro internazionale di fatture false da due miliardi

Guardia di finanza

Foto d'archivio

03 Settembre 2025, 13:22

La guardia di Finanza di Ravenna ha scoperto un giro internazionale di fatture false per oltre due miliardi di euro messo in piedi per frodare l’Iva. Ciò ha portato a sequestri per circa 40 milioni di euro. In particolare i finanzieri del nucleo di Polizia Economico-finanziaria, hanno dato esecuzione a due provvedimenti di sequestro preventivo emessi nei confronti di altrettante società di capitali attive una in provincia di Ravenna e l’altra nell’hinterland di Roma. I sequestri sono giunti a valle di indagini coordinate della Procura europea - sede di Bologna-scattate dall’analisi nel settore della produzione e della distribuzione di software e prodotti informatici e dal riscontro di possibili anomalie connesse all’offerta di prezzi di vendita ultraconcorrenziali. Da qui sono partiti approfondimenti che hanno portato i finanzieri oltre i confini nazionali, attraverso l’attivazione di strumenti di cooperazione giudiziaria, in Svizzera, nelle Ant ille olandesi (Curacao), in Belgio, Lettonia, Olanda e Ungheria. Tutti Paesi dove erano transitate le fatture e i flussi finanziari funzionali alla frode. Il risultato - hanno sottolineato le Fiamme Gialle - è stata la più rilevante frode carosello scoperta a Ravenna: una frode all’Iva consistita nel fare girare vorticosamente i prodotti commercializzati - talvolta solo cartolarmente - per garantirsi indebiti crediti Iva e consentire ai beneficiari di conquistare maggiori quote di mercato.

Nel caso dell’azienda ravennate, è emerso, le società riuscivano ad acquistare dai propri fornitori a prezzi ancora più vantaggiosi di quelli proposti dalla stessa casa madre. In alcune occasioni, la società riusciva a vendere ai propri clienti al prezzo che avrebbe dovuto invece pagare: ma, grazie alla frode carosello, riusciva a ottenere un guadagno di oltre il 10%. Le intercettazioni hanno evidenziato la consapevolezza, da parte sia degli amministratori sia di alcuni dipendenti della società, di essere inseriti nel sistema di frode. Ciò ha portato alla loro denuncia e a quella della società per l’uso di oltre 128 milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti, con la conseguente sottrazione al Fisco di oltre 27 milioni di euro di Iva. Le condotte si inseriscono in una più ampia frode carosello a livello europeo che, tra il 2015 e il 2022, ha visto l’emissione da oltre 70 società di fatture per operazioni inesistenti per oltre due miliardi di euro. In questo contesto è stata individuata una seconda società italiana coinvolta, questa volta romana, che, a sua volta, aveva nel tempo contabilizzato fatture per operazioni inesistenti per circa 53,5 milioni di euro. Le operazioni fino a ora hanno consentito il sequestro oltre 28 milioni di euro tra disponibilità finanziarie (saldi di conto corrente ovvero polizze per circa 21 milioni di euro), immobili per 6,5 milioni di euro e quote societarie per circa 460 mila euro. (ANSA).

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