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ARRONE (TERNI)

Gaza vista dall'Umbria, la mia famiglia in mezzo all'orrore

'Sembra che tutta città salti' racconta giornalista palestinese

Gaza vista dall'Umbria, la mia famiglia in mezzo all'orrore

16 Settembre 2025, 10:48

(ANSA) - ARRONE (TERNI), 16 SET - "Scene di orrore a Gaza city. I miei parenti mi raccontano di palazzi altissimi abbattuti con esplosioni così potenti da far tremare l'intera città. Ogni volta che un edificio crolla, sembra che tutta Gaza salti in aria": a raccontarlo all'ANSA è Safwat Alkahlout, 52 anni, giornalista palestinese fuggito nel marzo 2024 dalla Striscia con la moglie, i sette figli e l'anziana madre. Ora vive ad Arrone, piccolo comune umbro in provincia di Terni, ma il suo cuore resta a Gaza, dove sono rimasti fratelli, sorelle e amici. "Non hanno e non abbiamo dormito tutta la notte" racconta Safwat. "I bombardamenti sono continui - aggiunge -, ma dicono che adesso è diverso: distruggono interi grattacieli usando quantità enormi di esplosivi. Chi riesce a sopravvivere deve affrontare un altro dramma: spostarsi costa cifre impossibili. Solo per trasportare le proprie cose a 15 chilometri servono mille dollari, una tenda per la famiglia ne costa altri mille. Per chi non lavora da anni e non ha risparmi è un ostacolo insormontabile". Molti, aggiunge, hanno rinunciato a fuggire. "Alcuni mi dicono che preferiscono restare e morire sotto le macerie, piuttosto che affrontare l'ennesima fuga. In questi anni sono stati sfollati anche dieci o dodici volte, avanti e indietro tra Gaza city e Rafah. Ora sono esausti", racconta il giornalista. Alkahlout denuncia la mancanza di una risposta internazionale: "Che vergogna per il mondo intero - dice -: non solo l'Occidente, ma tutti. Migliaia di persone sono già state uccise e ancora si discute se sia genocidio. Gaza è stata distrutta come passato, come presente e come futuro. Fermare la guerra: basterebbero queste parole, ma nessuno trova il coraggio di fare pressione su Israele". Ad Arrone, intanto, lui e la sua famiglia hanno trovato accoglienza: "Per i miei figli è la prima volta che assaporano la libertà - spiega Safwat -, una vita senza razzi che cadono dal cielo o posti di blocco davanti a casa. La gente in Umbria ci ha accolto bene, qualcuno espone la bandiera palestinese sulle case. Non ci siamo mai sentiti estranei". Il suo sogno, però, resta il ritorno. "Voglio tornare a Gaza e ricostruire" sottolinea. "I palestinesi sono bravi a ricostruire - prosegue -, ma dall'altra parte c'è chi è più bravo a distruggere. È ora che il mondo dica basta e riconosca lo Stato di Palestina. Senza coraggio internazionale non avremo mai indipendenza". (ANSA).

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