ROMA
(ANSA) - ROMA, 01 OTT - Smartphone chiusi a chiave negli armadietti, riposti in scatole apposite o "confiscati" dal personale scolastico all'ingresso? Nulla di tutto ciò: per applicare il divieto d'uso dei device personali - da quest'anno allargato a tutti gli alunni di ogni ordine e grado - le scuole stanno scegliendo, al momento, soprattutto la linea "morbida". Secondo un sondaggio di Skuola.net - che ha visto la partecipazione di 1.000 ragazze e ragazzi di scuole medie e superiori - oltre 1 su 2 può, infatti, continuare a tenere il telefono con sé in classe, purché questo venga spento e riposto a debita distanza. Non mancano, comunque, le strategie più rigorose, seppur minoritarie. In ogni caso, a prescindere dal sistema adottato, circa 1 intervistato su 3 racconta che nella propria classe una buona parte degli alunni continua a usare il telefono per scopi personali, in barba a ogni regola. Complice l'autonomia scolastica, ogni istituto ha avuto la possibilità di gestire la situazione con diversi gradi di severità. Per quasi tutti gli studenti, però, non si è trattata di una novità assoluta, e forse anche per questo hanno saputo prendere le dovute contromisure: nel 31% dei casi, infatti, il divieto era già in vigore lo scorso anno; mentre per oltre la metà (52%) la regola esisteva ma quest'anno l'applicazione è diventata più severa. Solo il 17% parla di un cambiamento vero e proprio, senza precedenti. La modalità più diffusa scelta dalle scuole è sicuramente votata alla "collaborazione" e al senso di responsabilità: il 56% degli alunni dice che può tenere con sé il telefono, ma spento e lontano dalla vista, meglio se nello zaino. Qualche istituto, però, non si fida. E, allora, procede con un atteggiamento più rigido: il 18% degli intervistati racconta che deve riporre il dispositivo in spazi appositi predisposti in classe (tasche, armadietti o scatole dedicate), il 6% è obbligato a consegnarlo direttamente ai docenti o al personale scolastico, mentre un altro 4% dice di poterlo tenere con sé ma all'interno di apposite custodie sigillate. C'è, poi, un ulteriore 4% dei casi in cui gli smartphone vengono raccolti e custoditi in spazi comuni, ad esempio in armadietti piazzati nei corridoi. Anche sul fronte delle sanzioni per i trasgressori emergono differenze marcate, tendenti comunque alla comprensione. Il 5% descrive una gestione del tutto "soft", limitata a richiami verbali; il 41% segnala un sistema a due fasi, con richiamo iniziale e punizioni più pesanti in caso di recidiva. Il 38%, invece, parla di linea dura sin da subito, con note o provvedimenti già alla prima infrazione. Ma c'è anche chi - 16% - riporta che la scuola non ha ancora preso una posizione chiara sulle conseguenze. (ANSA).
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