L'AVANA
(ANSA) - L'AVANA, 03 OTT - Il dissidente cubano José Daniel Ferrer, leader della Unione patriottica di Cuba (Unpacu), ha accettato l'esilio per proteggere la propria famiglia, ma rifiuta qualsiasi condizione imposta dal regime. Lo ha denunciato sua sorella Ana Belkis Ferrer, affermando che l'uscita del fratello dall'isola non è ancora certa perché "la dittatura sta cercando di ottenere benefici". Secondo la sorella, Ferrer è "molto dimagrito" e continua a subire minacce e umiliazioni in carcere: "Lo mettono al sole ma resta in condizioni estreme, con criminali che gli rubano le poche cose che ha e lo provocano di continuo", riporta Infobae. In una lettera di cinque pagine scritta dal carcere, Ferrer ha ribadito di non voler essere "moneta di scambio" per negoziati tra L'Avana e Washington. "Se la mia vita e quella della mia famiglia dipendono dal chiedere concessioni, preferisco la morte in questo campo di concentramento al sacrificio dell'onore", ha scritto, definendo quella cubana "la peggiore dittatura del continente americano". Il dissidente denuncia anni di torture, percosse e persecuzioni contro di lui e i suoi familiari. La decisione di lasciare Cuba, ha spiegato, era stata presa già dopo l'ultimo assalto alla sua casa, ad aprile, ma "solo per la sicurezza di mia moglie e dei miei figli". Ferrer accusa inoltre la "debolezza del mondo libero" verso il regime di Díaz-Canel e riconosce come "unica" la fermezza degli Stati Uniti. "Sono pronto a morire - conclude - ma non a vivere senza onore e dignità". (ANSA).
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