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ROMA

Minacce a Saviano, giudici 'cronisti indicati come nemici'

Le motivazioni della sentenza di appello a Roma

Minacce a Saviano, giudici 'cronisti indicati come nemici'

14 Ottobre 2025, 15:48

(ANSA) - ROMA, 14 OTT - "Denigrazione dei cronisti sgraditi" indicati come "'nemici' dichiarati, cosicché fosse chiaro per il futuro quale comportamento gli stessi avrebbero dovuto adottare". E' quanto scrivono i giudici della Prima sezione della Corte d'Appello di Roma nelle motivazioni della sentenza del 14 luglio scorso con cui hanno confermato le condanne ad 1 anno e mezzo di carcere per il capoclan Francesco Bidognetti e 1 anno e due mesi per l'avvocato Michele Santonastaso nell'ambito del processo per le minacce rivolte nel 2008 al giornalista Roberto Saviano e alla giornalista Rosaria Capacchione. Il proclama venne letto durante il processo di appello Spartacus a Napoli nei confronti del clan dei Casalesi. Nell'atto i giudici affermano che "l'insieme delle esternazioni lette pubblicamente in udienza dall'avvocato Santonastaso, il contesto storico e processuale in cui le stesse sono state inserite, i toni utilizzati, il forte risentimento manifestato, l'indicazione nominativa e ripetuta dei due giornalisti, le violente accuse loro rivolte di condizionare la magistratura e così contribuire all'emissione di ingiuste condanne, fanno chiaramente intendere il messaggio implicito sottostante, di natura inequivocabilmente minatoria, che con la inconsueta lettura dell'atto di rimessione si intendeva far arrivare". Un messaggio-proclama "che evidentemente - aggiungono - risentiva della diretta riferibilità dell'istanza a lovine e a Bidognetti (capi storici della pericolosa associazione criminale di stampo camorristico conosciuta come clan dei Casalesi) nell'interesse dei quali era stata redatta". Un'"avvertimento" che "doveva giungere non solo alle orecchie dei giornalisti nominativamente indicati (da quel momento avvisati del fatto che il loro operato era sgradito ai boss), ma anche agli affiliati presenti sul territorio i quali avrebbero potuto trarre da quell'avvertimento l'indicazione o in ogni caso l'autorizzazione a realizzare, in danno di coloro che venivano indicati come 'nemici', azioni ritorsive anche lesive della loro personale incolumità". Del resto, "la valenza intimidatoria del proclama e la sua assoluta gravità, in quanto rivelatrice di possibili azioni ritorsive da parte delle organizzazioni camorristiche napoletane e casertane, è stata subito colta da tutte quelle autorità che in rapida successione hanno segnalato la situazione di grave 'esposizione a rischio' per i due cronisti e ritenuto di dover perciò adottare immediatamente speciali forme di protezione (scorta e auto blindate) nei confronti dei giornalisti, rafforzando per Saviano quelle già predisposte". (ANSA).

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