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PAMELA GENINI

Uccisa a coltellate a Milano, giovedì i funerali in provincia di Bergamo. Gli amici testimoniano in Procura

L'omicidio di Pamela Genini: a casa di Soncin, a Cervia, trovati altri coltelli e pistole scacciacani. L'uomo resta in carcere

20 Ottobre 2025, 13:14

Saranno celebrati giovedì alle 10.30, nella chiesa parrocchiale di Strozza (Bergamo), i funerali di Pamela Genini, la ventinovenne uccisa a Milano. Questa mattina la Procura di Milano ha concesso il nulla osta per la riconsegna della salma ai familiari: domani, dalle 13, sarà allestita la camera ardente alla "Sala del commiato Dadda Boffelli" di Villa d’Almè (Bergamo). 

La Procura ascolta gli amici della ragazza 
Iniziano oggi in Procura a Milano le audizioni di persone informate sui fatti, come amici e amiche di Pamela Genini, la 29enne uccisa con più di 30 coltellate il 14 ottobre, nella sua casa di via Iglesias, da Gianluca Soncin, 52 anni. Testimonianze che saranno utili per gli investigatori della Polizia, coordinati dall’aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo, per ricostruire quell'anno e mezzo di violenze, pestaggi, vessazioni messe in atto dall’uomo, che poi minacciava di morte lei e sua madre ogni volta che la giovane provava ad allontanarsi da lui.
Le audizioni prenderanno il via in tarda mattinata, dopo una riunione operativa tra investigatori e inquirenti, anche in vista di una raffica di acquisizioni documentali, sempre per trovare riscontri sulle violenze ai danni della 29enne: dalla pistola puntata al ventre fino ad un tentativo di accoltellamento e all’aggressione in un albergo dell’Isola d’Elba durante una vacanza, quando Soncin - secondo il racconto dell’ex fidanzato e amico, Francesco, al telefono con lei negli ultimi istanti - avrebbe anche tentato di «buttarla giù dal balcone».
Oltre ai tabulati telefonici e ad indagare su vita, affari e ultimi spostamenti di Soncin, la Procura dovrà raccogliere tutta la documentazione che riguarda il pestaggio subito da Pamela a Cervia, a casa di Soncin, nel settembre 2024, tra cui il referto dell’ospedale di Seriate (Bergamo), dove la giovane si presentò con un dito rotto e parlò delle violenze subite, senza poi denunciare. Sulle eventuali falle per la mancata attivazione, tra Bergamo e Ravenna, della procedure di protezione, del "codice rosso" e di un’inchiesta a carico di Soncin indaga la Procura di Bergamo, con un fascicolo al momento senza ipotesi di reato né indagati. 

Ieri la fiaccolata 
In silenzio e con una fiaccola accesa tra le mani, Una Smirnova, la madre di Pamela Genini, ha marciato insieme a centinaia di persone per le strade del quartiere Gorla di Milano, dove la figlia è stata uccisa dal compagno Gianluca Soncin martedì scorso.
La fiaccolata in memoria della 29enne, colpita dall’uomo con almeno 30 coltellate, è stata organizzata dagli abitanti e dai commercianti della zona, che intorno alle 17.30 si sono riuniti intorno alla panchina rossa inaugurata nel 2023 per ricordare tutte le vittime di femminicidio, che si trova proprio a pochi passi dall’abitazione della ragazza in via Iglesias. Ad aprirla lo striscione 'Per Pamela e per tuttè, mentre da un palazzo ne è stato esposto uno con la scritta «Il possesso uccide». E ancora: «Ciao Pamela», accanto ai mazzi di fiori e ai bigliettini portati in questi giorni. I partecipanti sono stati circa un migliaio.
«È stato molto bello, nella tragedia, vedere che il territorio ha risposto subito malgrado fosse sotto choc», ha osservato l’assessora del Municipio 2, Donatella Ronchi. «Il femminicidio è solo la punta dell’iceberg. Ogni donna ha subito o subirà prima o poi violenza. Ci sono tanti tipi di violenza», hanno detto al megafono. «Uomini, dateci una mano, svegliatevi. Aiutateci a costruire un mondo dove siamo tutti più liberi perché questo è il problema di base».
Al corteo hanno preso parte anche le attiviste del movimento Non una di meno, che avevano a loro volta promosso l’iniziativa sui propri canali social. «Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce», hanno scandito durante la marcia. E ancora: «Lo stupratore non è malato, è il figlio sano del patriarcato». La fiaccolata è terminata poco prima delle 19 sotto casa di Pamela, dove è stato gridato più volte il suo nome e i partecipanti hanno fatto rumore con le chiavi.
«Vedendo questa storia, è chiaro che Pamela stessa doveva denunciare - ha osservato il sindaco Giuseppe Sala a margine di un evento questo pomeriggio -, però chi è in una situazione quasi di ricatto fa fatica. Allora bisogna che la famiglia, la comunità e gli amici abbiano questo coraggio. Se si sbaglia a fare una denuncia in più, amen. Ma non farla può portare a situazioni del genere. Quindi il richiamo è che chi ha segnali denunci, denunci, denunci». 

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