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CATANIA

Lasciò la figlia con l''orco', ma lo fece per paura, assolta

Processo di revisione dopo condanna,ebbe timore di perdere bimba

Lasciò la figlia con l''orco', ma lo fece per paura, assolta

31 Ottobre 2025, 11:48

(ANSA) - CATANIA, 31 OTT - Assolta perché il "fatto non sussiste". E' la sentenza della Corte d'appello di Messina, sollecitata dalla Procura generale di Catania, nel processo di revisione a una 26enne che era stata condannata a sei anni di reclusione e alla perdita della potestà genitoriale per non avere protetto sua figlia dagli abusi dell'allora compagno 47enne. Secondo i giudici la donna non sarebbe intervenuta per paura di perdere la bambina e di ritorsioni da parte dell'uomo che negli anni l'aveva picchiata più volte violentemente. La vicenda, come ricostruisce il quotidiano La Sicilia che pubblica la notizia, ha come scenario Noto (Siracusa) e prende corpo l'11 novembre 2020 quando la donna alla fine trova il coraggio e denuncia l'ex compagno. Quel giorno era riuscita a sfuggire alla furia dell'uomo, scappando di casa per andare al pronto soccorso a farsi medicare le ferite al polso e alla schiena. Minacce, insulti, lesioni, privazioni, sequestro del telefonino, divieto di parlare con i suoi parenti erano le vessazioni subite dalla vittima, destinata a una casa protetta. Le indagini fecero emergere anche ripetuti atti sessuali commessi dall'uomo ai danni della figlia in tenerissima età. Abusi a cui l'imputato non era nuovo perché in passato aveva abusato anche della figlia avuta nella precedente relazione, cosa che gli era costata già una condanna per pedofilia. Pur essendo a conoscenza delle violenze ai danni della bambina, la madre non avrebbe denunciato l'uomo anche per paura di perdere la figlioletta. Nel processo che ne è scaturito il tribunale di Siracusa ha condannato l'uomo a dieci anni e otto mesi di reclusione, in continuazione con la precedente sentenza, e la donna a sei anni e alla perdita della responsabilità genitoriale. La sentenza era divenuta irrevocabile il 14 novembre del 2023. Il 7 maggio scorso la Procura generale di Catania ha avanzato alla Corte d'appello di Messina la richiesta di revisione del processo soltanto nei confronti della madre della bambina. I giudici avevano accolto l'istanza e pronunciato sentenza di proscioglimento "perché il fatto non sussiste". La donna è tornata in libertà e potrà nuovamente riabbracciare la figlia. (ANSA).

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