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PARMA

Chiara Petrolini, lo psichiatra: "In lei c'è poco di vivo, solo il rapporto con la nonna. E con le gravidanze il suo mondo è cambiato"

Per l'esperto la ragazza ha "piena capacità di intendere e volere e stare in giudizio"

Consulente psichiatrico del pm, Chiara Petrolini non ha disturbi

03 Novembre 2025, 17:18

Chiara Petrolini "non ha un disturbo psichiatrico chiaramente documentabile, non ci sono malattie mentali chiare organicamente definite". Lo ha detto Mario Amore, consulente psichiatrico della Procura di Parma, sentito nel processo alla 22enne accusata di aver ucciso i suoi figli neonati. Rispondendo alla domande del procuratore Alfonso D'Avino, lo psichiatra ha aggiunto che Chiara Petrolini, fatte alcune premesse, "non ha un disturbo di personalità". Chiara, ha detto ancora lo psichiatra "ha piena capacità di intendere e volere", al momento dei fatti e "buona capacità di stare in giudizio". Sul tema è in corso una perizia.

«Non è una psicopatica», ma quando sono arrivate le gravidanze, Chiara Petrolini «ha agito senza affetti e per raggiungere gli scopi suoi, in una maniera che ricorda accidentalmente alcuni aspetti della psicopatia». Nel corso dei colloqui con i due psichiatri nominati dalla Procura di Parma, Domenico Berardi e Mario Amore, l’imputata «più volte ha detto: 'ma io cosa ho fatto? cosa ho fatto di male?'. Una mancata consapevolezza della propria responsabilità che «viene da un non sentire», ha detto Berardi, nella testimonianza davanti alla Corte di assise.

Una ragazza con «povertà interiore ed emotiva"
Una ragazza «che vista dall’esterno è un modellino», come baby sitter, ma anche come catechista. «Formalmente ineccepibile», «iperadattata». Ma anche una ragazza con «povertà interiore ed emotiva. Lo ha spiegato Mario Amore, consulente psichiatrico nominato dalla Procura di Parma, riferendo al processo del risultato dei tre colloqui avuti con la giovane imputata , Chiara Petrolini nel corso delle indagini. In lei «non c'è nulla di vivo», le uniche cose «vive» in Chiara sono risultate essere «il rapporto con la nonna» e poi «le gravidanze, in cui il mondo di Chiara è cambiato», ha detto il testimone. Poi ci sono i rapporti con le altre persone caratterizzati da poca comunicazione, come con l’ex fidanzato Samuel Granelli, padre dei due bambini morti appena partoriti, o con la madre. «Abbiamo avuto modo di conoscere papà e mamma e non abbiamo trovato elementi disfunzionali», ha detto anche lo psichiatra. Che ha parlato di una famiglia «normale, con papà e mamma molto impegnati nel lavoro. Chiara è stata una bambina voluta, così come il fratellino». Lo psichiatra ha quindi ricapitolato parlando di un «iperadattamento al mondo esterno a sacrificio di una povertà sul piano emotivo». 

Ambivalente e poco empatica
Nel raccontare la personalità di Chiara Petrolini, il consulente psichiatrico Mario Amore, nominato dalla Procura di Parma insieme al collega Domenico Berardi, ha fatto riferimento ad una «ambivalenza di fondo» e ad un «doppio registro» da parte della giovane imputata, a processo per il duplice omicidio e la soppressione dei cadaveri dei suoi due figli neonati. Gli psichiatri, sentiti al processo davanti alla Corte di assise, hanno sottolineato anche i concetti di «neurodivergenza" «falso sé» e di «artificiosità», «difficoltà primarie nel contatto empatico», «difficoltà a provare emozioni autentiche, genuine».
«Chiara Petrolini è diventata spregiudicata con le gravidanze: nel non dirlo ai genitori, nel modo con cui ha partorito. Sembra guidata da un computer, segue un suo disegno, che è difficile da capire e intuire, ma c'è una continuità, nulla si contraddice». Lo ha spiegato Domenico Berardi, uno dei consulenti psichiatrici dell’accusa, parlando della 22enne a processo per aver assassinato i due figli neonati. Chiara, per il consulente sentito in aula, è diventata spregiudicata nel senso di «senza emozioni, fredda, glaciale».

"Chiara sognò se stessa con due carrozzine"
Per Chiara Petrolini non si può parlare di diniego di gravidanza. «Ha fatto richieste su internet su una serie di sintomi e di elementi che si riferivano all’essere incinta. Questa è una nota costante. Non ci sono elementi dubitativi, anche per quanto lei stessa ha affermato», ha spiegato ancora Mario Amore, consulente psichiatrico nominato dalla Procura.
«Ciò che colpisce in Chiara - ha detto ancora nella sua testimonianza in aula - è che, con la prima gravidanza, finalmente esperisce una prima vera, autentica emozione positiva. Di essere incinta, di essere diversa dalle altre. Si guardava attorno e si sentiva, avvertiva, un senso di diversità, di superiorità, di grandiosità. Diceva: 'guardavo le altre, ma sentivo qualcosa di mio: nessuno ci deve mettere beccò. E non lo disse con tono cattivo, assassino», ha spiegato lo psichiatra, riferendo di un senso di «dominio quasi onnipotente" quasi come se, la ragazza pensasse: «tu non ti puoi permettere di nascere». 
Nei colloqui con gli psichiatri nominati dalla Procura di Parma, Chiara Petrolini ha raccontato di aver sognato se stessa che spingeva una carrozzina con due bambini. Lo ha riferito Mario Amore testimoniando davanti alla Corte di assise in risposta alle domande dell’avvocato Nicola Tria, difensore della 22enne. 
La ragazza ha anche raccontato ai due specialisti di aver sepolto i bambini nel giardino di casa, per tenerli vicino a sé. «Nelle gravidanze è entrato in gioco qualcosa di potente che l'ha resa felice. Forse non era mai stata felice. Quando Chiara era incinta era felice e si vedeva mamma poi però non considerava il parto», ha detto Domenico Berardi, l’altro consulente della pubblica accusa. «In Chiara c'è una compresenza di sentimenti opposti, inconciliabili, che però evidentemente in lei può esistere», ha aggiunto. 

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