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MILANO

Caso Pandoro, Chiara Ferragni in tribunale: "Fase difficile della mia vita"

Chiara Ferragni

Chiara Ferragni

04 Novembre 2025, 20:06

Sempre sorridente, comunque, e sicura di sé e della sua innocenza, malgrado le difficoltà di questa «fase» della sua vita, e pronta in ogni caso ad andare «avanti». Per la prima volta Chiara Ferragni si è presentata al Palazzo di Giustizia di Milano per affrontare la seconda udienza pre-dibattimentale del procedimento che la vede imputata, assieme ad altri due, per truffa aggravata per i noti casi di presunta pubblicità ingannevole del Pandoro Pink Christmas e delle uova di Pasqua.
«Grazie per l’attenzione, grazie di essere qua. È una fase sicuramente difficile della mia vita e penso mi capirete se non mi sento di fare ulteriori dichiarazioni, però grazie di essere qua e andiamo avanti», ha spiegato l’influencer, blazer scuro e camicia bianca, alla selva di telecamere e cronisti che l'attendeva fuori dall’aula della terza penale. Nella prossima udienza, fissata per il 25 novembre, sceglierà il rito abbreviato, così come gli altri due imputati, per dimostrare, coi legali Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, sulla base degli atti e nel processo a porte chiuse la sua estraneità alle accuse.
Avevano chiesto di entrare come parti civili, davanti al giudice Ilio Mannucci Pacini, una signora di 76 anni, che aveva comprato alcuni pandori, e l’associazione Adicu, ma entrambe hanno ritirato l’istanza dopo aver raggiunto accordi di risarcimento fuori dal procedimento. La 76enne devolverà la cifra incassata, alcune centinaia di euro pare, in beneficenza. E' rimasta solo la Casa del consumatore, associazione che si occupa soprattutto dei fronti luce e gas e che non ha accettato un accordo transattivo, rifiutando 5mila euro.
«Abbiamo proposto a Ferragni - aveva spiegato Giovanni Ferrari, presidente di Casa del Consumatore - di rinunciare alla nostra richiesta danni e costituzione di parte civile, a fronte non di denaro, ma di uno o due reel social per dimostrare il suo ravvedimento e impegno nel far conoscere un’app dedicata ai consumatori». Secondo il legale dell’associazione, «non sono stati tutelati gli interessi lesi in relazione a circa 370mila prodotti venduti».
Ora il giudice dovrà decidere, dopo la discussione su quell'istanza, se ammettere o meno l’associazione. I legali di Ferragni hanno chiesto che non sia parte civile, mentre l'aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli si sono rimessi alla valutazione del Tribunale. A fine gennaio la Procura aveva disposto la citazione diretta a giudizio anche per l'ex collaboratore dell’imprenditrice, Fabio Damato, e per Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID. Era finita imputata anche Alessandra Balocco, amministratore delegato dell’azienda dolciaria piemontese, morta lo scorso agosto.
Per la difesa, Ferragni non ha commesso alcun reato, ha già chiuso il fronte amministrativo ed effettuato donazioni per 3,4 milioni di euro. Per i pm, che hanno coordinato le indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, tra il 2021 e il 2022, avrebbe ingannato follower e consumatori con presunti ingiusti profitti - in relazione a quelle vendite dei due prodotti, il cui prezzo non comprendeva la beneficenza - per circa 2,2 milioni. Il Codacons, dopo un accordo con Ferragni, era uscito dal procedimento ritirando la denuncia.
Il processo proseguirà anche il 19 dicembre e la sentenza è prevista a gennaio. 

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