MODENA
(ANSA) - MODENA, 05 NOV - Don Mattia Ferrari, prete trentaduenne di Modena, cappellano della ong 'Mediterranea', da anni in prima linea nel dare assistenza ai migranti, si è costituito in tribunale a Modena parte civile nel processo per diffamazione aggravata nei confronti del titolare di un account su X che da anni pubblica post contro la sua attività. L'uomo dietro all'account @rgowans è risultato essere un 56enne polacco, che in passato ha avuto un ruolo come addetto ai dati riservati del servizio Frontex. Il 56enne non era presente in aula, dove si è celebrata la prima udienza. Una volta di fronte ai cronisti è stato proprio Ferrari a spiegare come dietro a quel profilo di X che da tempo lo mette nel mirino potrebbero esserci realtà ben più grandi: "Il profilo che noi abbiamo denunciato è considerato dai giornalisti portavoce della mafia libica perché - spiega il prete modenese - tutti i giorni, anche ieri, e lo farà sicuramente anche oggi, come dal 2017 a questa parte, pubblica materiale sulle milizie libiche, espone foto delle persone migranti catturate, espone foto umilianti. E questa azione in otto anni non è mai stata contrastata all'infuori di questo processo. Noi siamo stati attaccati perché siamo stati aiutanti dei veri protagonisti di questa vicenda che sono i nostri fratelli e sorelle migranti che conducono una lotta per la vita e per la fraternità. Quello che è mancante in questi anni - sottolinea Ferrari, assistito dall'avvocato Francesca Cancellaro - è ancora un impegno sufficiente da parte della politica perché a monte ci sono dei problemi da parte delle istituzioni e della politica e ci aspettiamo uno scatto in avanti da parte di istituzioni e politica perché se ciascuno fa la sua parte questa vicenda, per quanto grande ed epocale sia, quella della mafia libica e dei migranti si risolve. Però tutti la devono fare la propria parte". (ANSA).
© Riproduzione riservata
Via San Leonardo
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata