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BOLOGNA

Truffavano Erario con crediti d'imposta inesistenti, 13 indagati

Sequestrati 5 milioni, coinvolte pure società legate ai Casalesi

Truffavano Erario con crediti d'imposta inesistenti, 13 indagati

05 Novembre 2025, 14:18

(ANSA) - BOLOGNA, 05 NOV - Frodavano l'Erario attraverso la compravendita di crediti fiscali inesistenti. E' il raggiro scoperto dalla Guardia di finanza di Piacenza, che su delega della Procura ha eseguito un sequestro preventivo, disposto d'urgenza, per oltre cinque milioni di euro, nei confronti di un professionista, residente a Roma, di un amministratore di fatto di una società piacentina e di una terza persona, tutti ritenuti responsabili di indebita compensazione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, in concorso con altri 10 indagati, tra amministratori di fatto e rappresentanti legali di altrettante imprese, dislocate nel Lazio e in Campania. Secondo la Procura piacentina la frode, basta sulla creazione di crediti fiscali "fasulli" e riconducibili a "canoni di locazione di immobili ad uso non abitativo e affitto d'azienda", è stata ideata e diretta proprio dal professionista romano. I crediti inesistenti, secondo gli inquirenti, grazie ad una serie di strumentali alienazioni "a catena", venivano poi rivenduti in brevissimo tempo da società di comodo interposte, per poi essere acquistati e indebitamente utilizzati in compensazione da diverse aziende per il pagamento di propri debiti tributari. Tra le aziende che hanno beneficiato della truffa, anche una società piacentina, attiva su tutto il territorio nazionale, assegnataria di molteplici appalti pubblici, che per gli investigatori avrebbe acquistato e indebitamente compensato crediti inesistenti per un importo pari a un milione e 150mila euro. Dagli accertamenti è emerso anche come gli importi versati per simulare l'acquisizione del credito d'imposta venivano poi "bonificati" ad alcune società, rappresentate da prestanome anche con precedenti penali specifici, collegate, sottolineano gli inquirenti, all'organizzazione criminale dei Casalesi, che a loro volta, trasferivano il denaro in Paesi esteri non cooperativi in materia di antiriciclaggio, come la Cina. Tra i beni sequestrati, oltre a disponibilità finanziarie su conti correnti societari e personali, anche una proprietà in Costa Smeralda, ad Arzachena, quattro terreni e un box auto in provincia di Latina e di Avellino. (ANSA).

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