Sindacati
La protesta dei dipendenti del Comune di Bologna, la cui mobilitazione per chiedere l’aumento del salario accessorio prosegue da giorni, ha interrotto la seduta del Consiglio comunale. A Palazzo d’Accursio, infatti, sono entrate prima le sigle confederali e poi i sindacati di base. Insieme, hanno avuto un momento di confronto con Sergio Lo Giudice, capo di gabinetto.
«Dopo la delusione del tavolo del 7 novembre, la nostra azione diventerà incalzante, perché riteniamo che i fondi per dare risposta ai lavoratori ci sono: abbiamo appena letto un lancio d’agenzia del sindaco, che ha detto c'è disponibilità ancora al confronto con i sindacati, ma a noi non risulta alcuna convocazione, quindi auspichiamo che le dichiarazioni diventino reali nell’immediato», ha detto la Fp-Cisl, riferendosi al commento del sindaco Matteo Lepore, che stamattina ha ribadito come, sul rinnovo del contratto integrativo dei dipendenti comunali, «ci sono dei limiti di legge» e che si deve «mantenere un rapporto fra le entrate e le uscite».
Lo Giudice ha spiegato che «questa è una trattativa partita male, con un equivoco». All’inizio, ha indicato, «si è indicato da subito il tetto massimo di 2,4 milioni e poi nell’incontro del 7 novembre si è deciso di stare su quello: per il 2025 abbiamo le mani legate, non possiamo farci bloccare dalla Corte dei conti, per il prossimo anno e quello dopo invece potremmo considerare degli aggiustamenti». A queste considerazioni, la sigla Sgb ha risposto dicendo che «secondo i nostri calcoli, le possibilità di aumento ci sarebbero, non c'è però la volontà politica: siamo dieci sigle sindacali diverse, è ci troviamo tutte d’accordo. Le cose devono cambiare perché con i nostri stipendi da dipendenti comunali la vita a Bologna è insostenibile». (ANSA).
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