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salute

Influenza, colpiti 1,7 milioni di italiani, il picco a fine anno

Influenza, 10mila parmigiani a letto

15 Novembre 2025, 18:27

Da inizio stagione l’influenza ha già colpito in Italia 1,7 mln di persone. Cresce la curva e nell’ultima settimana si sono registrati 435 mila nuovi casi, un lieve aumento rispetto alla settimana precedente ma con un passo sostenuto. Lo registra il rapporto della stagione della sorveglianza RespiVirNet. Mentre dagli Usa arriva la notizia del primo caso umano di influenza aviaria da ceppo H5N5. Una partenza «alla grande» della stagione influenzale ma sull'andamento, come sempre, inciderà anche il meteo. A fine anno e con il ritorno nelle scuole si potrebbe registrare infine il picco. A spiegarlo è Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano, Direttore scientifico di Osservatorio Virusrespiratori.it. «Difficile per ora prevedere il picco, le condizioni meteo incidono, in particolare l'abbassamento repentino della temperatura e l’aumento dell’umidità. I rapporti sociali intensi durante le festività di fine anno e poi la ripresa delle scuole possono essere le condizioni per il raggiungimento del picco della stagione». L'incidenza più elevata si osserva, come di consueto, nella fascia di età 0-4 anni, con circa 23 casi per 1.000 assistiti. L'incidenza di casi stimati di infezioni respiratorie acute in Italia, risulta pari a 7,64 casi per 1.000 assistiti (rispetto al 7,24 dell’ultimo bollettino), con circa 435mila nuovi casi, per un totale di circa 1.737.057 casi a partire dall’inizio della stagione. Ancora l’intensità viene considerata tecnicamente bassa o al livello basale per tutte le regioni, ma un cambiamento di calcolo introdotto quest’anno rende difficile confrontare l'incidenza settimanale con quella delle stagioni precedenti. In diminuzione invece i casi di SARS-CoV-2 e nei dati sui ricoveri ospedalieri i tassi più alti si osservano nella fascia di età over65. Epidemiologi e virologi intanto osservano quanto sta accadendo negli Usa per l’influenza aviaria. Un residente dello stato di Washington è risultato infatti positivo all’aviaria, primo caso umano negli Stati Uniti dal febbraio scorso e le autorità sanitarie hanno confermato che si tratta del ceppo H5N5, mai identificato prima nell’uomo. Il caso di Washington arriva dopo nove mesi senza infezioni umane negli Stati Uniti. Tra il 2024 e l'inizio del 2025 si erano registrati 70 contagi nel paese, per la maggior parte tra lavoratori di allevamenti di bovini da latte e pollame. Un solo decesso, in Louisiana, è riconosciuto legato all’infezione. Dal 2022 negli Stati Uniti circola in forma predominante il ceppo H5N1, responsabile di ampie epidemie in uccelli selvatici, allevamenti avicoli e, più di recente, in bovini da latte. Negli ultimi mesi quasi 70 allevamenti di pollame sono risultati positivi, con oltre 1,7 milioni di volatili coinvolti. Il virus può diffondersi attraverso saliva, muco, feci e latte dei bovini infetti. Non esiste evidenza di trasmissione da persona a persona negli Stati Uniti. Le autorità stanno monitorando i contatti stretti del paziente contagiato dal ceppo H5N5 e non hanno individuato altri casi.

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