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ROMA

Nordio, 10.105 detenuti potrebbero avere le misure alternative

'Improprio parlare di indulto senza conoscere effetti'

Nordio, 10.105 detenuti potrebbero avere le misure alternative

15 Novembre 2025, 12:48

(ANSA) - ROMA, 15 NOV - L'indulto non è uno strumento risolutivo del sovraffollamento delle carceri, per questo, e in attuazione delle leggi esistenti, il ministro della giustizia Carlo Nordio punta alle misure alternative per oltre 10mila detenuti condannati in via definitiva e che potenzialmente hanno i requisiti per ottenere il beneficio. A tal fine, il ministero ha costituito una task force che ha avviato interlocuzioni con la magistratura di sorveglianza e i penitenziari per favorire la fruizione delle misure alternative da parte di chi ne ha diritto e così deflazionare le presenze nelle carceri- "Il sovraffollamento carcerario - rileva il ministro Nordio in un comunicato - lede la dignità della persona ma misure lineari e automatiche, come la storia ci insegna, non sono strumenti risolutivi. Nel luglio 2006, con il Governo Prodi, la popolazione detentiva era pari a 60.710 detenuti. Con l'indulto del 2006 furono rimessi in libertà il 36 % dei detenuti. Risulta però che già nel febbraio 2008 le presenze detentive aumentarono nuovamente a 51.195 e nel luglio 2009 a 63.472, in misura addirittura superiore a quella registrata tre anni prima, mantenendo peraltro una crescita costante. Inoltre, nel giro di soli tre anni fu registrata una recidiva del 48%. Questi numeri dimostrano che le misure lineari e automatiche non funzionano, dovendosi diversamente adottare misure che tengano conto delle specificità trattamentali dei singoli detenuti". "In questa direzione e in attuazione della normativa già esistente, abbiamo accertato che 10.105 detenuti cosiddetti definitivi - con pena residua sotto i 24 mesi, per reati diversi dagli ostativi di cui all'articolo 4 bis O.P. e che negli ultimi 12 mesi non hanno riportato sanzioni disciplinari gravi - sono potenzialmente fruitori di misure alternative alla detenzione in carcere", rileva Nordio. "Di conseguenza, il Ministero, ha istruito una task force che ha già attivato interlocuzioni con la magistratura di sorveglianza e con i singoli istituti penitenziari per favorire la definizione delle posizioni. La collaborazione istituzionale sta consentendo un iter più veloce delle pratiche già incardinate innanzi i Tribunali di sorveglianza, attraverso lo scambio di dati e notizie riguardanti i singoli detenuti, conclude il Ministro della giustizia Nordio. (ANSA).

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