TORINO
(ANSA) - TORINO, 17 NOV - Stilato per la prima volta un atlante completo dei geni (pan-genoma) e dei caratteri di interesse agronomico (pan-fenoma) della melanzana (Solanum melongena). L'analisi, che ha permesso di ricostruire la storia dell'ortaggio aprendo nuove prospettive per la sua selezione futura, è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications. La ricerca, frutto di una collaborazione internazionale che coinvolge ventiquattro ricercatori e ricercatrici di sette Paesi, è stato coordinato da Lorenzo Barchi, docente dell'Università di Torino (dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari -Disafa), Björn Usadel del Centro di ricerca di Jülich e dell'Università Heinrich Heine di Düsseldorf (Germania), e Giovanni Giuliano dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea, Italia). Lo studio prende avvio da una collezione mondiale di oltre 3.400 varietà di melanzane e dei loro progenitori selvatici. L'analisi di questo patrimonio genetico ha permesso di ricostruire la storia della domesticazione della specie in India e nel Sud-Est asiatico, e di seguirne la diffusione lungo le rotte commerciali antiche che collegavano il Medio Oriente, l'Europa e l'Estremo Oriente. Le analisi hanno rivelato come la selezione operata dall'uomo e dall'ambiente abbia modellato nel tempo i caratteri morfologici e produttivi della specie. Ad esempio, le varietà asiatiche hanno mantenuto il colore della buccia non viola e le foglie spinose dei progenitori selvatici. "Questo lavoro rappresenta una pietra miliare: non solo riscrive la storia del miglioramento genetico della melanzana, ma apre nuove prospettive per la sua selezione futura", afferma Barchi. Le informazioni genetiche e fenotipiche generate costituiscono un archivio di riferimento unico a livello mondiale, che consentirà di accelerare lo sviluppo di nuove varietà più produttive, resistenti e sostenibili. "Questo approccio crea una situazione vantaggiosa per tutti - sottolinea Barchi -: custodi, ricercatori, aziende sementiere e consumatori potranno trarre beneficio da una ricerca pubblica che valorizza la biodiversità e promuove l'innovazione sostenibile". (ANSA).
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