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In coma dopo un trapianto di capelli, la struttura era abusiva

In coma dopo un trapianto di capelli, la struttura era abusiva

18 Novembre 2025, 19:19

Finisce in coma dopo il trapianto di capelli. La segnalazione da parte dei familiari della donna, 40 anni, che si è poi ripresa, ha portato all’apertura di un’indagine: due persone sono state denunciate. Ad occuparsi del caso la squadra mobile di Arezzo, che, coordinata dalla procura, ha scoperto un’attività sanitaria abusiva all’interno di uno studio medico del centro di Arezzo dove venivano eseguiti trapianti di capelli senza autorizzazioni, senza requisiti igienico-sanitari adeguati e con personale privo dell’abilitazione professionale.
Gli accertamenti sono partiti dopo la segnalazione dei familiari della quarantenne, trovata in stato di incoscienza poche ore dopo aver subito l’intervento, pubblicizzato come un semplice trattamento estetico. La donna è stata trasportata d’urgenza all’ospedale San Donato di Arezzo dove è stata sottoposta a ripetute manovre di rianimazione e ricoverata in terapia intensiva in coma farmacologico per due giorni.
Secondo quanto ricostruito, la grave infezione sarebbe stata scatenata da una somministrazione impropria dell’anestesia locale. La donna, ora fuori pericolo, ha raccontato agli investigatori di essersi rivolta allo studio nella speranza di superare un disagio personale e «non dover più ricorrere a parrucche ed extension», convinta di trovarsi in una struttura regolare. Gli accertamenti hanno invece messo in luce un sistema illecito strutturato: a eseguire gli interventi sarebbe stata una 40enne sudamericana, laureata in medicina nel suo Paese ma con titolo non riconosciuto in Italia e non iscritta all’Ordine. La donna operava in una stanza a lei dedicata, allestita nello studio con postazioni e attrezzature chirurgiche sequestrate durante i controlli. Le prestazioni venivano pagate in contanti per somme comprese tra 1.400 e 1.500 euro.
Secondo la polizia, il medico titolare dello studio, prossimo alla pensione, era pienamente consapevole della mancanza di abilitazione della collaboratrice e avrebbe tollerato l'attività, cercando inizialmente di assumersi da solo la responsabilità dei fatti. I due indagati sono stati denunciati per esercizio abusivo della professione medica e lesioni personali colpose gravissime, in concorso. A entrambi è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

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