BOLOGNA
(ANSA) - BOLOGNA, 27 NOV - Il tribunale civile di Roma ha riconosciuto un risarcimento di 82.000 euro, in capo alla Repubblica federale tedesca, per i figli di un soldato catturato nel 1943, dopo l'Armistizio, e internato in campi di concentramento in Germania e Austria, per 632 giorni di deportazione. Sono stati provati trattamenti in violazione del diritto internazionale e che fu trattato da "schiavo militare": quello che ha subito costituisce un crimine di guerra e contro l'umanità. Il militare, originario del Rodigino, i cui familiari sono stati assistiti dall'avvocato Fabio Anselmo, non si è più ripreso e nel 1982 si è tolto la vita. (ANSA).
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