GENOVA
(ANSA) - GENOVA, 08 DIC - "All'assemblea all'ingresso dell'ex Ilva di Genova prima siamo stati investiti da una serie di insulti, poi dagli insulti si è passati alle mani, siamo stati inseguiti per alcune decine di metri da una trentina di lavoratori con la felpa della Fiom, abbiamo preso calci e pugni, anch'io ho preso due cazzotti forti dietro alla testa e diversi spintoni. Sono stato ricoverato al pronto soccorso con il segretario organizzativo della Uilm Claudio Cabras, hanno dato dieci giorni di prognosi a me e sette a lui, avevo forti giramenti di testa e vertigini". Così il segretario della Uilm Genova Luigi Pinasco intervistato da Nicola Porro a 'Quarta Repubblica' su Retequattro ripercorre l'aggressione subita venerdì scorso a Genova all'indomani dello sciopero generale cittadino sulla vertenza ex Ilva indetto dalla Fiom e dalla Fim senza l'adesione della Uilm. Nella condanna all'aggressione il segretario nazionale della Uil Pierpaolo Bombardieri parla del "rischio di rasentare il terrorismo", lei è d'accordo? "Sicuramente il nostro segretario ha voluto mandare un messaggio molto forte, che condivido, perché bisogna saper cogliere subito i campanelli d'allarme, - ribadisce Pinasco - oltretutto che arrivano da una città come Genova che ha vissuto dei momenti tragici legati agli eventi terroristici con la nascita di cellule terroristiche negli anni Settanta e dove i sindacati in maniera unitaria hanno combattuto fortemente questi episodi che non si devono più ripetere. Io non ce l'ho con i lavoratori che lottano per il posto di lavoro e faticano ad arrivare a fine mese, ma ce l'ho con chi li fomenta mandando messaggi sbagliati continuamente". (ANSA).
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