GENOVA
(ANSA) - GENOVA, 10 DIC - "Non è possibile mettere tutti sullo stesso piano. Gente che ha responsabilità e ruoli diversi. Non è possibile omogeneizzare funzioni e doveri". Così l'avvocato Fabio Viglione che difende l'ex provveditore alle opere pubbliche della Valle d'Aosta, Piemonte e Liguria Roberto Ferrazza, imputato nel processo per il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime). Per l'accusa il Comitato territoriale amministrativo, presieduto proprio da Ferrazza, aveva dato parere favorevole al progetto di retrofitting (i lavori di rinforzo della pila 9, quella crollata) senza verificare lo stato del viadotto e senza mandarlo al Consiglio superiore lavori pubblici. "Le carte che aveva in mano il Cta - ha spiegato la difesa - sono state usate in modo corretto per quello che dovevano fare. Il dibattimento ha spazzato i dubbi. Il progetto non è complesso se l'opera è rilevante. Non è possibile cedere ad automatismi di sorta". Il retrofitting "era un intervento analogo a quello degli anni '90 eseguito sulla pila 11 e realizzato con successo. Era, tra l'altro, semplificato. La perizia ci ha pure detto che non ne modificava il sistema strutturale. Il Cta è un organo consultivo che esprime pareri e non opera valutazioni tecniche". (ANSA).
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