la parola all'esperto
Ho letto che lo scorso mese è stata approvata una legge sull’intelligenza artificiale. Che novità ha introdotto per la giustizia?
Lettera firmata
Risponde l'esperto
Edoardo Acquistapace
Avvocato, consulente
Confedilizia Parma
Egregio lettore, la legge sull’intelligenza artificiale n. 132/25 del 23/09/2025, in vigore dal 10 ottobre 2025, conta 28 articoli volti nel loro complesso ad introdurre una normativa nazionale che definisca, conformemente al Reg. (UE) 2024/1689, un sistema di principi di governance, e misure specifiche adatte al contesto italiano, per mitigare i rischi connessi e cogliere le opportunità dell’intelligenza artificiale quale strumento di crescita e competitività anche del sistema economico nazionale.
Il provvedimento tocca svariati temi dalla sanità alla giustizia, dalla cybersicurezza ai diritti d’autore, alla governance nazionale, al lavoro, insieme a misure per la formazione nelle scuole e università per il potenziamento delle competenze necessarie per un impiego delle nuove tecnologie corretto, trasparente e responsabile. La predetta legge integra le regole dell’AI ACT che è il primo quadro giuridico a livello mondiale per la regolamentazione dell'intelligenza artificiale (AI) nell'Unione Europea, entrato in vigore il 1° agosto 2024. Il suo obiettivo è promuovere un'intelligenza artificiale affidabile e sicura, bilanciando innovazione e protezione dei diritti fondamentali attraverso un approccio basato sul rischio, che prevede divieti su alcune applicazioni e requisiti più stringenti per i sistemi ad alto rischio.
Per venire al suo quesito, ed in attesa dei decreti di adeguamento, l’art 13 che disciplina l’uso della IA nelle professioni intellettuali, testualmente recita:
“1. L’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nelle professioni intellettuali è finalizzato al solo esercizio delle attività strumentali e di supporto all’attività professionale e con prevalenza del lavoro intellettuale oggetto della prestazione d’opera.
2. Per assicurare il rapporto fiduciario tra professionista e cliente, le informazioni relative ai sistemi di intelligenza artificiale utilizzati dal professionista sono comunicate al soggetto destinatario della prestazione intellettuale con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo.”
Una ulteriore delega, molto importante per tutti i professionisti, è quella che concerne i percorsi di alfabetizzazione e formazione in materia di strumenti di intelligenza artificiale, rivolti ai professionisti che fanno uso di tali strumenti, appunto. Gli ordini professionali, le associazioni di categoria maggiormente rappresentative, nonché le forme aggregative delle associazioni (di cui all’articolo 3 della Legge 14 gennaio 2013, n. 4) dovranno prevedere percorsi di alfabetizzazione e formazione per i professionisti e per gli operatori dello specifico settore, al fine di consentire l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale.
In materia penale, sono state introdotte due specifiche deleghe in materia di law enforcement e di indagini preliminari.
E’ stato altresì delineato un quadro normativo preciso per l'impiego dei sistemi di intelligenza artificiale nell'attività giudiziaria, ponendo al centro la figura del magistrato come unico ed insostituibile titolare della funzione decisoria.
In conclusione, allo stato il quadro normativo configura un modello di "intelligenza artificiale assistita", come importante strumento di ausilio ai “professionisti della giustizia”.
La Legge n. 132/2025 entra in vigore dal 10 ottobre, e da quel momento l’Esecutivo avrà 12 mesi di tempo per adottare i decreti legislativi di adeguamento all’AI Act e di disciplina penalistica e 24 mesi dall’entrata in vigore di ciascun decreto delegato, per correggere eventualmente la normativa.
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