MARIA CHIARA PEZZANI
Il presidente dell’Unione montana Appennino Parma Est Amilcare Bodria ha inviato nei giorni scorsi il documento votato dal Consiglio nel quale si chiede un intervento urgente della Regione affinché si attivi tempestivamente, con tutte le azioni necessarie, per sospendere i termini riguardanti la dismissione della diga del Lago Verde e il declassamento della diga del Lago Ballano.
Due invasi particolarmente importanti per il territorio che da tempo versano in pessimo stato di conservazione e attualmente inutilizzati, nonostante le potenzialità energetiche che rappresentano. La loro riattivazione avrebbe un costo elevato ed Enel, vista la prossima scadenza della concessione nel 2029, non sembra avere interesse nell’accollarsi tale spesa. Esiste però un progetto alternativo, che prevede di realizzare una rete di collegamento più a valle con i principali fruitori della rete idrica (Parma e Reggio Emilia), utilizzando il salto d’acqua della nuova rete, per la produzione di energia idroelettrica.
Intervento che potrebbe essere attuato tramite la creazione di una società di scopo formata da tutti i soggetti che ne hanno interesse, sull’esempio di Romagna Acque che gestisce la diga di Ridracoli. E le risorse provenienti dall’energia e dalla cessione di acqua potrebbero essere destinate alla manutenzione del territorio, in un’ottica di green community.
«Un progetto però inascoltato – sottolinea il presidente Bodria -. Già da inizio anno l’Unione ha cercato di affrontare la questione chiedendo anche il coinvolgimento della Regione. Abbiamo convocato una riunione con Enel a cui però la Regione non ha partecipato. Abbiamo chiesto all’Autorità di Bacino di organizzare un secondo incontro a cui hanno preso parte i Consorzi di bonifica, la Provincia e i Comuni, ma anche qui la Regione era assente, mentre nei giorni scorsi ha presentato un progetto di utilizzo delle acque dell’Enza a Reggio Emilia, convocando solo i comuni della sponda destra, ovvero quelli del reggiano, non quelli della parte sinistra. Questa è una partita importante che dovrebbe essere gestita dall’Ente regionale e dai suoi uffici. Siamo contrariati e amareggiati per il trattamento riservato - spiega Bodria -. Come Unione e come montanari riteniamo che questi invasi vadano recuperati, perché legati alla cultura e alla storia delle nostre e montagne e sono l’occasione per possibilità lavorative sul territorio». «Tutti i comuni della sponda fino a valle sono d’accordo sull’importanza del recupero dei due invasi – commenta il sindaco di Monchio Claudio Riani -. Chiediamo a viva voce un incontro per capire quale sarà il loro futuro. Si è tornati a parlare della diga di Vetto, ma per costruirla occorre prima ottimizzare quello che c’è a monte».
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