Una professione che sempre più spesso offre sbocchi (e quindi reddito) al di fuori dei canali tradizionali
It’s only rock’n’roll but I like it”. I Rolling Stones hanno fatto del rock la loro vita, l’hanno fatto in modo ineguagliabile e la vita li ha ricompensati con successo e soldi. Per tanti “comuni mortali”, campare di musica è sempre più difficile e chi lo fa deve anche subire tanti pregiudizi (la classica battuta rivolta a chi si presenta come musicista è «Sì, ma cosa fai di mestiere?». Ma se essere un cantante o un musicista di successo è ancora il sogno di molti, più realisticamente il mondo della musica offre anche tante altre possibilità di reddito, alcune da sempre e altre nate grazie a internet e ai social network. Conoscerle non è da tutti e molto spesso non è da artisti; più facile che sia materia per avvocati e consulenti. Gianmaria Le Metre (musicista, avvocato e collaboratore di Note Legali, associazione di promozione sociale che si occupa di formazione e consulenza legale in ambito musicale), per la sua attività incontra abitualmente artisti quasi sempre all’oscuro di molte opportunità professionali alternative o comunque di supporto.
L'IMMAGINE CONTA
“Oggi - spiega - lo sfruttamento dell’immagine o più in generale lo sfruttamento della notorietà dell’artista diventa una fonte di guadagno alternativa a quella che può essere la sua prestazione come artista, correlata alla vendita dei dischi o al suonare dal vivo, o dei diritti connessi al diritto d’autore. Il merchandising con il nome o la foto dell’artista assicura introiti extra da almeno trent’anni, ma lo sfruttamento e l’inserimento di prodotti a fini commerciali all’interno sia nei video su YouTube o nelle stories su Instagram, per i quali l’artista fa accordi con i produttori di beni e servizi diventa un’importante fonte alternativa di guadagno. Importante soprattutto perché le sponsorizzazioni sono molto ben pagate a fronte di un mercato discografico più in difficoltà rispetto al passato”.
PASSAGGIO (QUASI) SEGRETO
Questo è un canale particolarmente adatto per chi ha già un nome, tuttavia anche gli emergenti possono sfruttarlo con profitto: è sufficiente rivolgersi ad aziende più piccole, oppure del territorio o esse stesse emergenti. In questo caso, la crescita può essere reciproca e parallela. Un aspetto quasi sconosciuto anche dagli stessi aventi diritto è quello relativo ai diritti connessi al diritto d’autore: “Gli artisti, interpreti ed esecutori, non dal vivo ma della realizzazione fonografica, oltre al compenso pattuito per la prestazione in sé hanno diritto a un compenso legato allo sfruttamento dell’incisione stessa per quanto riguarda la comunicazione al pubblico (passaggi in radio e tv) e per la copia privata (compenso commisurato al numero di copie stampate e destinate alla vendita). L’interprete principale è il cosiddetto “artista primario” e ha diritto alla parte più consistente di questi compensi, mentre gli altri sono definiti “artisti comprimari” e hanno ugualmente diritto anche se in percentuale minore. Quando parliamo di produzioni importanti, possiamo parlare anche di cifre molto alte…”. Fare musica e fare music business sono cose diverse; capire e sfruttare i meccanismi di quest’ultimo permette però di continuare a fare musica. Il consiglio finale è di cercare il canale giusto per sfruttare le proprie caratteristiche: “Capire quali passaggi radiofonici assicurano compensi e quali no, cosa sono i diritti connessi, quanto vale il mercato del diritto d’autore (oggi e due volte e mezzo quello discografico), capire che fare l’artista e fare l’autore sono due cose differenti. Che comporre per pubblicità, serie tv, cinema sono professioni bellissime, poco conosciute e molto remunerative. Che accanto all’autore ci sono tante altre figure professionali”. Perché essere artisti non è da tutti, ma essere professionisti può essere per molti.
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata