Lettera al direttore
Gentile direttore,
leggo con molta attenzione le lettere di elogi e ringraziamenti che i cittadini esprimono, sia nei riguardi della struttura ospedaliera del Maggiore che del personale tutto.
Dato che la salute, per qualsiasi cittadino è l’elemento fondamentale di vita, sapere di essere assistiti adeguatamente e bene, fa tantissimo piacere.
Purtroppo, non posso dire altrettanto di una cosa che ahimè «devo vivere» costantemente ogni due mesi. Mi spiego: sono affetto da una seria patologia e, mio malgrado, ogni due mesi mi viene l’obbligo di recarmi presso la farmacia dell’ospedale Maggiore per il ritiro del farmaco del quale necessito. Questo accade da circa 2/3 anni, cioè da quando la sopra indicata distribuzione è stata tolta dagli ambulatori reumatici per affidarla alla Farmacia centrale dell’ospedale.
Fino a quando ho ritirato il farmaco dagli ambulatori relativi alla mia patologia, il tutto avveniva celermente con il personale infermieristico.
Inoltre, si era instaurato anche un rapporto di cordialità e gentilezza. La cosa aveva sempre funzionato perfettamente e non mancava da parte del personale la gradita e benevole domanda di «come procedevo». In più occasioni avevo ricevuto anche dei preziosi consigli. Da quando la distribuzione è passata alla Farmacia centrale, la situazione è diventata più difficile. E’ molto complesso riuscire a ritirare il farmaco con dei tempi di attesa adeguati. La lista d’attesa per giungere allo sportello della consegna dei farmaci supera normalmente e abbondantemente un’ora, come mi è capitato anche venerdì 19 novembre.
Vi sono in essere tre sportelli addetti alla distribuzione, ma normalmente ne è in funzione uno o al massimo due, quando si forma una lunga coda.
Inoltre, con l’avvento del coronavirus, i circa 20 posti a sedere all’interno della struttura sono ridotti a 7/8. Pertanto, non è casuale vedere all’esterno della struttura 40/50 persone in attesa e in piedi, perlopiù anziani e con seri problemi patologici (diversamente non starebbero lì).
Con l’arrivo delle temperature rigide mi auguro che la direzione sanitaria accolga questo problema e adotti le necessarie e opportune soluzioni.
Giuseppe Troiano
Parma, 2 dicembre
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