Lettere al direttore
Egregio direttore,
in occidente è tornato a soffiare forte il vento dell'antisemitismo. Le manifestazioni contro Israele in diversi paesi ormai non si contano più, così come gli insulti agli studenti ebrei nelle università europee e nei campus americani. Crescono un po' ovunque gli episodi di intolleranza e di violenza, legati alla guerra a Gaza che sfociano spesso e volentieri nell'antisemitismo a volte mascherato da antisionismo.
Nelle università americane guai a chi parla male di trans, neri o gay ma l'antisemitismo è ammesso, in pratica gli ebrei si possono e si devono criticare gli altri no. Un po' ovunque in occidente nel nome della cancel culture vengono messe al bando rappresentazioni teatrali, cancellati concerti, annullate presentazioni di libri di autori israeliani ed ebrei, alcuni articoli vengono rimossi, la canzone israeliana all'Eurovision viene pesantemente censurata nel titolo e nel testo. Tutto ciò che ha a che fare con l'identità ebraica o Israele viene contestato e c'è pure chi considera i criminali di Hamas «resistenti» e chi arriva a mettere in dubbio gli stupri subiti dalla donne israeliane il 7 ottobre.
Ormai i blitz dei collettivi rossi e delle organizzazioni studentesche di sinistra all'interno delle università non si contano più. Una piccola minoranza di facinorosi filo-palestinesi sta gettando nel caos gli atenei italiani. Almeno 19 atenei sono pronti a mobilitarsi per fermare la partnership con Israele. A guidare la rivolta sono i giovani dei collettivi comunisti e centinaia di professori e ricercatori. In Italia ben 1.700 accademici hanno mandato una lettera al Ministro degli affari esteri per sospendere l'accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra le università e i centri di ricerca italiani e israeliani.
La vera priorità, cari signori, è liberare Gaza dai terroristi di Hamas che vogliono la distruzione di Israele, quella gang criminale che tiene in ostaggio l'intera popolazione di Gaza facendosene scudo, altro che interrompere i rapporti con le università della sola e unica democrazia in Medio Oriente. Il nemico da combattere cari accademici è Hamas e il fondamentalismo islamico non certo Israele.
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