Lettere al direttore
Gentile direttore,
ma davvero un'autorevole rappresentante delle Nazioni Unite avrebbe auspicato la deriva della liberalizzazione delle droghe di genere leggero? Davvero l'unica soluzione per combatterne il delinquenziale mercato è diventarne concorrenti, per non scrivere complici?
Non dico di arrivare agli estremi opposti di istituire squadroni della morte contro gli spacciatori, come avvenuto nel recente passato nelle Filippine (e che qualche risultato lo ha pure dato!), ma davvero non esiste altra soluzione? Mi si passi il volgare francesismo, ma perché non veicolare piuttosto il giovanilistico messaggio che drogarsi è da «sfigati»? Visto che proprio tra i giovani la droga sta facendo danni enormi, oltre che nel fisico anche nella mente e nei comportamenti deviati.
Come, del resto, proprio il recente omicidio tra adolescenti avvenuto a Pescara conferma. E che non è una banale questione di censo, vista la stessa provenienza familiare dei giovani assassini, ma piuttosto se non soprattutto di equità sociale. Perché lo «sfigato» drogarsi per cercare di sembrare di essere ciò che non si è lo si fa principalmente a discapito di chi... non si fa! E che affronta il quotidiano con le proprie forze, senza perdersi stoltamente in droghe. Comprese quelle ipocritamente definite, appunto, del genere leggero. Ricordiamoci, ancora e per davvero, anche di questo!
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