Lettere al direttore
Egregio direttore,
gli ultimi episodi di violenza tra giovanissimi mi hanno indotto a riflettere sulla correlazione che esiste tra empatia e bullismo e vorrei condividerlo con i suoi lettori. Per prima cosa, dovremmo imparare a sviluppare l'empatia, cioè la naturale predisposizione che tutti abbiamo fin da piccoli a rapportarci con gli altri e con l'ambiente circostante.
Una sana comunicazione affettiva è fatta di dialogo, condivisione di emozioni e situazioni che ci porta a comprendere i sentimenti di gioia o sofferenza degli altri e a metterci nei «loro panni». Importantissimo per lo sviluppo dell'empatia è anche la conoscenza e il contatto con gli animali, l'imparare a prendercene cura.
L'introduzione di un cucciolo in casa sviluppa l'emotività dei bambini, le capacità relazionali, riduce lo stress e aumenta i legami sociali. Cosa c'è di più bello che accarezzare un amico peloso o piumoso che sia, sentire la sua fragilità e aver voglia di riempirlo di coccole. Ed è proprio verso le creature più deboli ed indifese che normalmente si dovrebbe sentire il desiderio di protezione e questo vale sia nei confronti degli animali che nei confronti delle persone.
Fin dalle scuole elementari, oltre che in famiglia, inculcare nei più piccoli la voglia di socializzare coi propri compagniucci, spronare all'inclusività è fondamentale. La capacità di rapportarci in modo sano agli altri, infatti va educata. Più ci saranno bambini e giovani empatici, pronti ad ascoltarsi e a confrontarsi, nel pieno rispetto dei diritti di ciascuno, meno bulli ci saranno.
Perché il bullo solitamente è animato dall'impulso aggressivo di dominare, ha una totale mancanza di empatia verso ciò che lo circonda, ma in realtà è lui il perdente. Perché per bullismo non si intende un semplice litigio, che può capitare, ma è un ripetersi di angherie e sopraffazioni verso una vittima, che se lasciata sola, non riesce a difendersi.
Ma facendo squadra, non frenati dalla paura ma animati dalla voglia di combattere ogni forma di violenza fine a sé stessa, si può sconfiggere e isolare chi dovrebbe solo vergognarsi di causare sofferenza a chi non ha colpe. Quindi ognuno di noi deve adoperarsi perché certe situazioni di bullismo non vengano coperte o sottovalutate e, attraverso nuovi percorsi educativi e di crescita personale, si possa arrivare ad un mondo più giusto e aperto, verso ogni forma di vita.
Parma, 19 ottobre
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