lettera al direttore
Signor direttore,
sono francese con avi parmigiani. Sono venuto per la prima volta in Italia nel 1959 all'età di nove anni. Mio nonno paterno, «il cavaliere» Alberto Oppici, mi portava regolarmente al Parco Ducale che all'epoca era un luogo di passeggiate, incontri e divertimenti.. In tutta libertà, nei vicoli, potevo fare del «grillo». Ho capito subito che questa piccola auto a pedali su tre ruote era una vera «istituzione» a Parma, così come per gli adulti poteva essere cappelletti, torta fritta e Lambrusco.
Più di 65 anni dopo, ho voluto trasmettere questa tradizione a mio nipote Andrea nato all'estero che non ha ancora quattro anni e ieri siamo andati al Parco Ducale. Era molto orgoglioso del suo «grillo» tricolore che pedalava da vialetti a vialetti. Tutto era nella gioia e nella serenità fino a quando il nostro cammino ha incrociato, vicino al laghetto, una giovane tossicodipendente italiana in cerca di droga. Ha aggredito mio nipote con violenza, fino a strappargli i capelli. Mia figlia ha cercato di farla scappare. Ne è seguito un alterco perché la giovane drogata voleva senza dubbio rubare la borsa della mia figlia. Ho dovuto, a 75 anni, intervenire, spingendo la giovane drogata a terra. Farla scappare non è stato facile. Diversi testimoni presenti hanno chiamato i carabinieri che, insieme a noi, hanno fatto delle denunce. Ieri, in piazza Garibaldi, abbiamo incontrato per caso, il signor Guerra, sindaco di Parma. Gli abbiamo raccontato il dramma che è successo. Perché lo è. Gli spiaceva per noi. Il Parco Ducale è diventato «fuori controllo». Ne abbiamo preso nota e d'ora in poi, andiamo al parco della Cittadella molto più sicuro.
Un vero peccato perché il Parco Ducale è un gioiello di Parma e della sua storia.
Francia, 30 ottobre
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