lettere al direttore
Lettera al direttore
Gentile direttore,
l’aggressione nei confronti dell’on. Emanuele Fiano, «reo» di essere ebreo, è un campanello d’allarme, che gli uomini liberi e autenticamente democratici non devono lasciar suonare a vuoto.
L’episodio, infatti, preoccupa quanto meno sotto due profili: l’antisemitismo e l’«attentato» alla libertà di espressione.
Quanto al primo, per me che condanno senza se e senza ma l’attuale governo israeliano e che sono convinto sostenitore della teoria dei due stati, la reazione contraria non può che essere la più ferma e netta, sia per essere lo stesso antisemitismo espressione di razzismo, sia nel ricordo delle derive, che tale sentimento odioso ha determinato sotto Stalin, Hitler e Mussolini.
E l’allarme non può essere meno forte: tutte – e sottolineo tutte – le forze politiche, pure in nome dei valori costituzionali, dovrebbero pronunciare parole molto nette e chiare: non ci sono alibi per timidezze o balbettii. Viene in mente il monito: chi tace acconsente. Quanto al secondo aspetto, la libertà di espressione (art. 21 Cost.) e il rispetto delle opinioni altrui (art. 3 Cost.) sono fondamenta della democrazia, la cui tutela intransigente è dovere di tutti gli autentici democratici.
Autentici democratici, a cui sono estranei il linguaggio aggressivo e criminalizzante nei confronti delle opinioni diverse, purtroppo sempre più frequente. Tutto questo rende tristemente evidente e altamente preoccupante l’emergere, tanto a destra quanto a sinistra, di chi non sembra nei fatti aver ancora chiuso i conti con i totalitarismi espressione della propria storia, inducendo a sottolineare che l’antifascismo come sentimento e come valore è condanna di tutte le dittature, di tutti i totalitarismi.
Parma, 29 ottobre
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