A scuola di fotografia da un maestro, Steve McCurry, che espone 270 immagini alla Reggia di Venaria Reale a Torino.
Nel giorno dell’anteprima, l’artista americano ha tenuto una lezione al pubblico, oltre 500 persone. "Il consiglio ai giovani? Imparare dai maestri - ha detto - Henry Cartier Bresson, Elliot Herwitt per il senso della luce e della composizione, ma nello stesso tempo costruire una propria, personale visione del mondo».
Le fotografie di McCurry sono esposte nello scenario regale delle Scuderie juvarriane, nella più completa rassegna sulla sua opera, in programma dal 1° aprile al 26 settembre.
Più di 270 le fotografie messe in scena dall’allestimento di Peter Bottazzi: immagini che portano il visitatore a confronto con temi, luoghi e persone in un’immersione teatrale, accompagnata dalla voce di McCurry in audioguida e nelle interviste inedite.
E’ "Il mondo di Steve McCurry", rassegna realizzata da Civita mostre con Lavazza e SudEst57, organizzata dal Consorzio La Venaria Reale e curata da Biba Giacchetti. «Il diario della mia vita - dice McCurry in conferenza stampa - che si apre con il mio lavoro più importante». Il reportage in Afghanistan, realizzato a fine anni '70, prima dell’invasione sovietica.
«In bianco e nero, perché i soldi erano pochi», ricorda McCurry. A quel reportage, pubblicato dal New York Times, seguiranno innumerevoli spedizioni: sui fronti di guerra e in luoghi remoti, dall’India al sud-est asiatico, dall’Africa ai campi profughi del Pakistan. E’ qui che incontra Sharbat Gula, dodicenne afghana che gli regalerà la sua copertina più famosa. A Venaria Reale il ritratto è esposto con l’immagine, scattata 17 anni più tardi, della donna ormai trentenne. «Si possono leggere la sua storia e la sua vita solo guardandola - commenta McCurry - sono scritte sul suo viso». La particolare visione artistica dell’autore americano ha fatto sì che la sua strada incrociasse anche i contadini del caffè per il progetto "Tierra!", intrapreso da Lavazza per lo sviluppo sostenibile dei paesi produttori e presente in mostra con più di 40 foto. "Con McCurry c'è stata fin da subito una comunione di intenti e di valori - racconta Francesca Lavazza, board member del gruppo industriale - Grazie a lui abbiamo potuto raccontare la storia e le persone che sono dietro la tazzina del caffè». E a conferma del legame dell’azienda italiana con l’arte e la fotografia, da New York è arrivata anche la notizia della nomina di Francesca Lavazza nel Board of Trustees della Fondazione Solomon R. Guggenheim.
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