l corpo di Giulio Regeni è stato consegnato dalle autorità egiziane all’Ospedale italiano Umberto I del Cairo. Lo si è appreso nella capitale egiziana. Domani un team di sette uomini di Polizia, Carabinieri e Interpol partirà per il Cairo per seguire le indagini sulla morte di Giulio Regeni, in collaborazione con le autorità egiziane. Lo apprende l’ANSA da fonti di governo. Nel pomeriggio in una telefonata con il presidente egiziano Al Sisi, il premier Matteo Renzi aveva sollecitato la restituzione del corpo del giovane, che attualmente è in un ospedale italiano al Cairo, e fatto presente l’esigenza di pieno accesso dei rappresentanti italiani per seguire gli sviluppi delle indagini.
I misteri
Resta il mistero sulla morte del giovane Giulio Regeni al Cairo. Secondo le prime notizie, ci sarebbero bruciature sul corpo che fanno ipotizzare una tortura. La polizia del Cairo parla di un incidente stradale ed esclude la morte violenta, ma un attivista denuncia che le autorità non permettono di vedere il corpo. Ma le notizie sono in continuo aggiornamento e si rafforza sempre di più la pista della morte violenta e crudele.
Il procuratore del Cairo, Ahmed Nagi, che guida il team impegnato nelle indagini, ha detto che il corpo di Regeni è stato trovato ieri sul bordo di un’autostrada fuori dal Cairo. Nagi ha aggiunto che il corpo era nudo dalla cintola in giù e che sulle cause della morte si indaga ancora. Il procuratore ha dichiarato all'Associated Press che sul corpo di Giulio Regeni ci sono segni di bruciature di sigaretta, tortura, ferite da coltello e segni di una «morte lenta».
«Ci sono contusioni accanto agli occhi, come se fosse il risultato di un pugno», aggiunge una fonte della Procura egiziana, confermando anche «segni di tortura e di ferite su tutto il corpo» di Giulio.
LA PROCURA DI ROMA INDAGA PER OMICIDIO. Si procede per il reato di omicidio nel fascicolo aperto dalla Procura di Roma dell ricercatore universitario morto in Egitto. L'indagine, ancora contro ignoti, è stata affidata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone al pm Sergio Colaiocco. Il magistrato ha affidato la delega alla polizia giudiziaria a svolgere i primi accertamenti preliminari.
IL MINISTRO GENTILONI CHIEDE COLLABORAZIONE ITALIA-EGITTO. «Chiediamo fermamente all’Egitto che le autorità italiane possano collaborare alle indagini sulla morte del nostro connazionale al Cairo perché vogliamo che la verità emerga fino in fondo». Lo ha detto a Londra il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a margine della conferenza dei donatori sulla Siria sottolineando di averne parlato questa mattina direttamente con il ministro degli Esteri egiziano. «Lo dobbiamo in particolare alla famiglia colpita in modo irreparabile ma che almeno pretende di conoscere la verità», ha aggiunto.
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