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Il sindaco Lucchi: "Villa Berceto, lettera di minacce per intimarmi al silenzio"

03 Agosto 2017, 07:49

"Chi tace... vita lunga... in pace". E' l'avvertimento che chiude una lettera di minacce ricevuta dal sindaco di Berceto Luigi Lucchi. E' lo stesso Lucchi a rendere noto l'accaduto, mostrando la lettera - scritta incollando parole ritagliate dai giornali - e la copia della denuncia che ha presentato ai carabinieri. 
La lettera, si legge nella denuncia, è arrivata ieri in municipio. Nella busta c'era un ritaglio della Gazzetta di Parma, con un articolo sulla mostra dell'artista Emanuele Modica a Villa Berceto (stabile sequestrato alla criminalità organizzata), nell'ambito del "Coscienza Festival". "La lettera conteneva minacce gravi nei miei confronti (intimandomi il silenzio) - dice Lucchi nella denuncia e nei confronti del suddetto artista". Sul ritaglio del quotidiano, inoltre, è stata tracciata una croce nel passaggio in cui si parla dell'artista. Secondo chi ha inviato le minacce, "questa mostra" "garrisce con 'opere' (di modica - tacerà -) truculenti cadaveriche che omaggiano "Falcone Borsellino" - Pio La Torre - ecc. esploderà sig. sindaco di Berceto". 
Il sindaco si riserva di presentarsi quale parte civile in caso di un procedimento giudiziario. 

Scrive Lucchi in un'e-mail: “Ho fatto denuncia. Sono coinvolte altre persone. Non ho timore. Non sono un eroe e neppure sono coraggioso ma i sostenitori della mafia non possono fare paura a nessuno. Sono dei poverini che cadono nel ridicolo e una risata li seppellirà” Luigi Lucchi Sindaco di Berceto". 

La solidarietà del segretario della Cgil

A Luigi Lucchi va tutta la nostra solidarietà. Il sindaco di Berceto ha ricevuto un messaggio intimidatorio, una busta con lettere ritagliate, in cui viene invitato a tacere per “avere vita lunga in pace”, con una minaccia di far esplodere la mostra dell'artista Emanuele Modica. A Luigi Lucchi va tutto il nostro appoggio, sappiamo bene quanto importante sia stato il suo impegno per il recupero e la valorizzazione di un bene confiscato alla criminalità organizzata, la villa Berceto.
All'autore o agli autori della lettera di intimidazione diciamo solo che, con poche parole, sono riusciti a far capire esattamente chi sono: degli individui che hanno paura a farsi vedere in faccia, che usano metodi mafiosi e lettere anonime perché si vergognano anche della loro ombra. Con la minaccia di far esplodere una mostra, poi, queste persone non fanno altro che dimostrare un fatto assodato: la mafia ha paura della cultura, dell'arte, e di chi sa educare alla libertà. Comunque a settembre torneremo, ancora più convintamente, a Berceto per il 2° Laboratorio Antimafia SPI-UDU-LIBERA presso la Villa confiscata.
Paolo Bertoletti segr.gen. SPI CGIL Parma

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