Alessandro 'Ghiro' Ghirarduzzi presenta il suo terzo libro per bambini alla Casa Azzurra Di Corcagnano. Guarda tutte le foto.
La storia del Ghiro
«Loro ci mettono le gambe ed io il cuore», dice lui, il «Ghiro». Questo è solo l’inizio di una storia in cui i personaggi si chiamano per nome, perché è una storia semplice. Marzia e Pietro sorridono, Ghira muove la sua coda talmente forte che quasi prende il volo. Corre spinto dai suoi zii Marzia e Pietro, dalla fedele cagnolina Ghira, e dai suo amici. Scrive storie per bambini. Vive la sua vita come qualsiasi persona di quarant’anni. Questo è Alessandro Ghirarduzzi, ma anche molto altro, perché nonostante alcuni anni fa un incidente lo abbia portato in una situazione che «mi costringe dal dipendere in ogni gesto dagli altri, questo non mi scoraggia, perché l’incidente non mi ha tolto la voglia di vita che ho. Marzia, mia zia, dice spesso una cosa a cui io sono molto legato: io sono disabile, non sono ammalato, quindi devo fare tutto quello che fanno i ragazzi della mia età». A quanto pare infatti di cose il Ghiro ne fa a decine, basti pensare alle corse podistiche a cui ha partecipato «la Cariparma è stata una emozione molto grande per me, ma anche essere stato a Colorno, al Campus, o alla Corsa per Tommy, e a molte altre a Parma. Siamo stati anche a Firenze, Lucca, anche se il mio sogno oggi sarebbe la maratona di Milano. Servirà però ancora pazienza, perché una maratona è lunga da correre per chi mi spinge, la carrozzina dovrà essere sicuramente migliorata, ma con il tempo sono sicuro che ci arriveremo». «Penso di essere prima di tutto – racconta - una persona semplice, a cui piace fare tante cose. Ad esempio adoro la montagna, li non penso a niente, e mi rilasso. Vado anche nei posti dove prima andavo con le mie gambe, anche nei sentieri sterrati: ovviamente la fatica è maggiore, ma piano piano si riesce a fare tutto. La più grande soddisfazione penso sia stata quella di salire sulla vetta del monte Caio grazie a degli amici: dominavo tutto dall’alto, mi sentivo un re. D’inverno poi vado a sciare a Folgaria. Con il mio maestro Luca mi diverto tantissimo: la velocità e i salti sono molto emozionanti. Stare in mezzo alla gente poi, non potrei mai farne a meno: concerti, cene con gli amici, cinema, sono cose che riempiono la mia quotidianità». «Giornate piene – spiega – che divido tra le attività alla Casa Azzurra di Corcagnano, che è un centro diurno per persone vittime di traumi simili al mio, la logopedista Susanna, gli esercizi con Carlotta e Vania che sono le mie fisioterapiste. Poi c’è il mio cane Ghira da portare a spasso tutti i pomeriggi, perché a lei le corse della domenica non bastano».Tra le tante passioni c’è quella di raccontare storie «lo faccio grazie anche a Maddalena, un’educatrice della Casa Azzurra, e Susanna, che mi aiutano a scrivere. Il primo libro l’ha disegnato mia sorella Manuela, il secondo i bambini di una scuola dell’infanzia, e il terzo che ho appena concluso la mia amica Rosita. Sono storie per i bambini, ma penso siano adatte davvero a tutti. Io ho iniziato pensando a mia nipote Chiara, e da li ho sentito l’esigenza di tornare a vivere raccontando storie. Dentro le storie ci sono io, e quello che sta alla base di tutto è il fatto che i bambini mi capiscono di più degli adulti, loro mi accettano come sono, mentre gli adulti mi guardano con compassione e questo mi provoca fastidio perché intuisco che pensano che io non capisca quello che c’è nei loro occhi».
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