C'era anche Sarah Baderna a Manhattan quando è scoppiata la bomba nel quartiere di Chelsea. Sarah è una modella nata a Castell'Arquato, diventata poi simbolo della nostra televisione nel 2011, quando ha conquistato il titolo di Miss Tv Parma. Oggi lavora negli States, fiera di un contratto triennale in esclusiva per gli Stati Uniti con la E.M.G. Management, una delle realtà più esclusive d'America nel mondo del fashion.
Trasferitasi da qualche mese nella Grande Mela, ha vissuto in prima persona la paura dell'esplosione dell'ordigno, sabato sera alle 20,30 (ora degli Stati Uniti): «Sono arrivata in quella zona esattamente un'ora dopo: ero stata invitata a cena intorno alle 21,30 da "The Ainsworth", sulla 26esima strada. Tre "street" più in là era avvenuto lo scoppio. Ignara di tutto, giunta in zona mi sono immediatamente resa conto della situazione: traffico ancora maggiore rispetto al solito, polizia ovunque, volti delle persone scosse».
LO SPAVENTO. «Nonostante il clima che si era creato - continua Sarah Baderna - devo ammettere di aver provato una sensazione di sicurezza: c'erano tantissimi agenti e i vigili del fuoco erano pronti ad aiutare le persone. Per questo motivo ho comunque deciso di entrare nel ristorante. Quando poi, sui tanti schermi presenti all'interno del locale, è apparso il sindaco De Blasio, in diretta, un po' di paura è cresciuta anche in me: in quel momento, infatti, sono venuta a sapere che c'era un secondo ordigno inesploso sulla 27esima strada, proprio dietro a quella in cui ero io. In un primo momento siamo rimasti tutti shockati, all'interno di "The Ainsworth". Poi ho pensato che non sarebbe mai stata fatta una dichiarazione del genere dal primo cittadino di New York se non fosse già stata risolta la situazione».
«E' successo tutto molto velocemente. Solo in un secondo momento mi sono resa conto di quanto ero vicina. Non immaginatevi, tuttavia, scene apocalittiche: la gente non si è messa a correre, a scappare spaventata. Le forze dell'ordine hanno lavorato intensamente per sostenere tutti». La serata di Sarah è, infatti, continuata: «Dopo cena non sono tornata a casa. Ciò che vedevo intorno a me, tuttavia, non faceva altro che riportare la testa a quella notizia. Il pensiero era fisso su ciò che era accaduto. La sicurezza all'entrata dei locali era ai massimi livelli. Utilizzavano anche i metal detector. Che ho fatto io? Ho mandato quasi subito un messaggio a casa, in Italia. Sapevo benissimo che la mia famiglia, quando si sarebbe svegliata (allo scoppio la bomba erano le 2,30 di mattina nella nostra penisola), avrebbe sentito la notizia e si sarebbe preoccupata. Era indispensabile che li rassicurassi».
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