Suv o familiare? Una risposta arriva dall’immarcescibile Subaru, il cui modello top di gamma - sulla piazza da un quarto di secolo - si adegua alle mode ma soltanto per lo stretto necessario. Outback la classica «sport utility wagon» che a una capienza da station extralarge (559 litri di capacità di bagagliaio, a filo cappelliera e con schienali in posizione) unisce un’altezza da terra di 20 cm, e soprattutto una trazione integrale «vera», non on-demand come la maggior parte dei colleghi.
Il design non è mai stato il piatto forte delle Pleiadi, eppure in configurazione 4Advanced (42.500 euro), con paraurti in alluminio e passaruota neri, anche un bisonte lungo 4 metri e 80 come Outback sfila per le vie della città con malcelato orgoglio. Anche se il suo habitat restano i monti, terra, sassi o asfalto poco importa: Subaru Symmetrical All Wheel Drive significa quattro ruote sempre in presa, mentre la funzione XMode aggiunge un tocco di elettronica e gestisce le discese anche più ripide come una navigata guida alpina.
Tornati in pianura, voto 8 al comfort e ai sistemi di assistenza (EyeSight), mentre la trasmissione Lineartronic (automatica a variazione continua) la si ama solo dopo averci fatto l’abitudine. Il 2,5 litri Boxer a benzina non è certo fiacco (175 Cv), ma è aspirato, non brilla per coppia e non consumerà mai meno di un motore diesel (che per i giapponesi è ormai tabù). Negli Usa spopola, in Italia Outback è invece un’auto di nicchia. Ma una nicchia - come ogni Subaru - dalle basi solide.
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