Da mini-monovolume a compatta in senso classico, Classe A il salto lo spiccò ormai due generazioni fa. Da entry level della Stella a Mercedes senza alcun complesso di inferiorità verso le «grandi», ecco il progresso che ha compiuto la più sbarazzina della gamma, ormai un modello maturo sia come design, sia soprattutto per tecnologia di bordo.
Classe A la prima a introdurre l’MBUX, il pianeta digitale di infotainment con il quale spiegarsi a voce, a gesti a mezz’aria, a delicati tocchi sulla lavagnetta a centro tunnel, superficie sulla quale «disegnare» il nome della meta da raggiungere, e muovere il cursore sul display «widescreen» che occupa metà cruscotto (e ingloba la strumentazione). Con la più composta Classe B, Mercedes Classe A condivide buona parte dei cromosomi, ma li allena in chiave ancora più sportiva e giovanile: la seduta è più bassa, la guida più ancor più reattiva.
In edizione a gasolio A 200 d (da 33.180 euro), cioè col 2 litri da 150 Cv, al cambio automatico 7 rapporti non c’è alternativa: abituarsi al suo funzionamento regolare, benché talvolta un pizzico «assonnato» (ma basta attivare la funzione «Dynamic»), sarà tuttavia questione di un una manciata di sessioni. Il lato hi-tech, si diceva: completo sin dall’allestimento Executive il pacchetto di assistenti di guida elettronici, la correzione dello sterzo quando si calpesta la linea di mezzeria è però troppo invadente. Interviene persino il freno, e la sensazione non è delle più serene. Meglio tenersi «A» centro corsia.
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata