In principio è stata Ateca, data di nascita 2016. A distanza di un anno ciascuna, ecco anche «baby» Arona (2017) e «big» Tarraco (2018). Senza dimenticare nel frattempo lo spin-off di Cupra, e il parto del suo primo modello «nativo», il crossover Formentor (2019). Dalle berline per neopatentati alle auto da famiglia, da brand per ragazzini a marchio adulto.
Seat e i Suv, una storia di successo che non è che ai suoi albori.
Sport utility è ciò che il pubblico chiede, Sport utility è ciò che a Barcellona prende forma. Tre prodotti, un solo slogan: «Seat Urban Vehicles», e l’origine del nome Suv acquista la sua personalissima interpretazione. La strategia funziona: nel 2018, su un totale di 19.950 unità (in Italia), 8.531 (42,8%) sono Suv. Mentre nell’anno in corso, l’offerta Sport utility (pardon, Urban vehicles) pesa per il 57,7%. Oltre una Seat ogni due è un Suv: spopola Arona (2.985 esemplari), si difendono Ateca (1.876) e Tarraco (327).
Un exploit che ha una ragione, anzi più di una. Il design, innanzitutto: 68 combinazioni di colori per Arona, linee semplici ma «rocky» per Ateca, 7 posti e proporzioni armoniche per Seat Tarraco, un’Audi sotto mentite spoglie. In secondo luogo, i propulsori: ce n’è per tutti i gusti, dal 1.0 TSI 95 Cv al 2.0 TDI 190 Cv 4Drive DSG, con il metano (1.0 TGI) che su Arona è vero e proprio jolly.
E che equipaggiamento: sia in chiave sicurezza (Traffic Jam Assist, Lane Assist, frenata di emergenza), sia di connettività (Seat Full Link per connessione smartphone e app come Spotify, Shazam, Waze e Amazon Alexa). Infine, i prezzi: con finanziamento, 14.900 euro per Arona, 20.500 euro Ateca, 24.900 euro Tarraco. A ciascuno il proprio (extra) Urban vehicle.
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