Purché ricordi una coupé, ecco il segreto del successo dell’auto moderna. Che sia un Suv, oppure una berlina di rappresentanza. E così, se l’Audi A6 ha linee troppo classiche, ecco un’ammiraglia dalla cupola più arrotondata, ma anche il bagagliaio ancor più grande (535 litri) ed accessibile: un portellone che è la saracinesca di un negozio.
A7 Sportback, quando il comfort e il lusso fin peccaminoso non fanno a botte col design e il gusto della guida. Non è lunga 5 metri ma poco ci manca (497 cm), tuttavia la soluzione dell’asse posteriore sterzante, nelle inversioni a U così come tra curve e controcurve di montagna, accorcia virtualmente l’auto anche di un metro. E se a bassa andatura il retrotreno ruota in controfase, sui curvoni autostradali le ruote si orientano nel senso di marcia, per sentirsi sui binari anche a 130 all’ora. Non dimentichiamoci, infine, della trazione integrale «quattro»: per mandarla in crisi, serve impegno.
ESTETICA? NON SOLO
Insomma, non è solo bella da vedere, A7 Sportback seconda edizione: l’estetica è il suo forte, certo, e te lo ricorda in ogni dettaglio, dai cristalli senza cornice al singolo gruppo ottico posteriore a tutta lunghezza. Passando per un muso che è una sintesi di mascolinità e di geometria, e che alla pressione del telecomando di apertura porte ti saluta lampeggiando in successione i bulbi a Led dei grandi fari. L’abitacolo è ovviamente un concentrato di tecnologia degno del cockpit di un Boeing 747: due display centrali, tre se si considera il quadro strumenti digitale, un’infinità di tasti, molti dei quali virtuali. Con una pecca: per azionarli non basta sfiorarli, serve pressione, e questo sottrae concentrazione.
EVOLUZIONE?
Il «rotellone» Audi vecchio stile l’ha data vinta a un’interfaccia più evoluta, ma forse meno pratica: dopotutto, il cambio automatico Tiptronic a 8 rapporti e un programma di ausili elettronici di alto quoziente intellettivo (parliamo di cruise control adattivo, frenata di emergenza e assistenza alla marcia in corsia) liberano il driver da gran parte dello stress da controesodo, o da guida cittadina. E in fondo, per stabilire un’intesa fulminea con la plancia, non serve un corso accelerato a Ingolstadt, ma solo una manciata di ore passate assieme. Attenzione, gli interni sono omologati per quattro persone, il divano posteriore a 3 piazze è un’optional a pagamento.
NOME IN CODICE
Fiore all’occhiello della gamma A7 Sportback è il V6 3.0 turbodiesel da 286 Cv (nome in codice 50 TDI), due bancate che esprimono coppia da autotreno (620 Nm a 2.250 giri), e che a richiesta muovono i 19 quintali della quattro porte bavarese da 0 a 100 km/h in 5 secondi e 7. La risposta al gas non è immediata, ma una volta che le valvole sono aperte, la spinta è quella di un jet in decollo.
Quattro le modalità di guida erogate dal sistema Audi Drive Select, dalla più dolce (Comfort) a quella più rabbiosa (Dynamic). Tutto questo alla modica cifra di 76.850 euro, ai quali aggiungere 3.950 euro per l’allestimento Business Plus. Come consolazione, i consumi (17 km/l) sono abbastanza bassi…
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