Contromano
In silenzio, proprio come i motori elettrici, cresce anche l'universo delle infrastrutture per la mobilità a zero emissioni. O almeno ci prova. E, per quanto scalcagnato, il mercato dell'auto italiano è uno di quelli che fanno gola. Soprattuto considerando che per l’installazione entro i prossimi tre anni di oltre 21 mila stazioni di ricarica per i veicoli elettrici nelle superstrade e nei centri urbani ci sono in ballo 713 milioni di euro previsti dal Pnrr.
Se ne sono accorti anche all'estero e una giovane società francese, Electra, sta sbarcando in Italia con obiettivi ambiziosi non tanto nei numeri (che comunque non sono da sottovalutare: 3mila colonnine) quanto nella qualità del servizio perché parliamo di ricariche supercharger, quelle che consentono di fare rifornimento di energia in tempi relativamente rapidi, tra 15 e 30 minuti.
Uno dei tanti problemi che la mobilità elettrica deve affrontare nel nostro paese infatti è quella dei tempi di ricarica. Pensate che sui circa 33mila punti di ricarica (generalmente un paio per colonnina) sparsi nel paese quelli con potenza superiore ai 150 kW sono appena un migliaio e spesso sono di proprietà delle Case, come ci insegna Tesla che su questo versante è più avanti di tutti.
La mossa della piccola società parigina - nata nel 2021 e capace di raccogliere capitali ingenti per i suoi progetti di ricarica con finanziamenti superiori ai 400 milioni di euro e investitori del calibro delle Ferrovie francesi - è il segnale di un mercato che nonostante le difficoltà all'orizzonte ha un grande potenziale. Non dimentichiamo che l'obiettivo che si è posta l'Europa è quello di un milione di punti di ricarica da qui a due anni, un ritmo di 3mila nuove strutture a settimana... Anche gli investitori italiani sono chiamati a fare la loro parte (anche fuori dal nostro Paese) se non vogliamo che le «autostrade elettriche» ci vedano solo spettatori.
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