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Dedicata a chi, pur di piacere, è pronto a qualche sacrificio. Sia in termini finanziari, visto che Volkswagen ID.5 costa in media 2.000 euro in più (da 58.750 euro) rispetto alla più «morigerata» ID.4 (poteva andare peggio), sia in termini pratici. Nulla di grave, sia chiaro: giusto un minore grado di visibilità anteriore e posteriore dovuto alla maggiore inclinazione dei montanti A e B, quindi di parabrezza e di lunotto posteriore.
Spazio per la testa di chi siede dietro? Uguale. Spazio per bagagli? Idem, anzi: 5 litri in più (549) grazie allo sbalzo maggiore. Alla guida di ID.5, addio alla privacy: tutti ti guardano, quella fiancata fluida e quel «sedere» tonico da Suv coupé, coi fari a Led che corrono da est a ovest, intercettano proprio la moda del momento.
L’elettrico, oramai lo sanno pure i muri, ha i suoi difetti, tempi (e costi) di ricarica in primis, ma ha anche un sacco di virtù: basta la «Pro Performance», singolo motore posteriore da 204 Cv e 330 Nm di coppia istantanea, per godere di accelerazioni sprint (0-100 km/h in 8,4 secondi, ma è lo 0-50 km/h a impressionare) in totale comfort.
L’elettrico Volkswagen si accompagna sempre, inoltre, ad un ecosistema digitale ultracompleto, benché non molto intuitivo sulle prime e dal quadro strumenti forse troppo minimal (5,3”). In autunno, ID.4 ed ID.5 si regalano un upgrade: nuovo motore più efficiente e più potente (286 Cv e ben 550 Nm), nuovo infotainment MIB4 (retroilluminazione, hardware più veloce). Tutto quanto - pare - senza sovrapprezzo.
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