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Il test

Al volante di Smart #5, il Suv elettrico pensato per uscire dalla città

Smart l'ha fatta grossa

di Lorenzo Centenari

25 Settembre 2025, 11:34

Un tempo, Smart era sinonimo di macchinina da città. Sino a che Smart non crebbe, diventando un’auto da città… a città. Chi avrebbe mai pensato, un giorno, di associare Smart e viaggi autostradali a lungo raggio? Eppure lei, nuova Smart #5, il grande Suv 100% elettrico che è sia una Smart, sia il suo esatto contrario (ordini aperti, prime consegne a ottobre, prezzi da 47.900 euro), nasce proprio con questa ambizione: superare l’anello di circonvallazione e misurarsi coi viaggi extraurbani, là dove l’autonomia, il comfort e i tempi di ricarica fanno la differenza (con la Smart «vecchia maniera»).

Assaporiamo le proprietà «endurance» dell’ammiraglia del rinnovato marchio sino-tedesco (metà Daimler, metà Geely) su un tragitto classico del Nord Italia: da Milano a Padova, 245 km lungo la trafficata A4. Scegliamo un esemplare di Smart #5 Summit Edition, il top di gamma (#5 Brabus esclusa): batteria da 100 kWh lordi (94 kWh netti), schema bi-motore a trazione integrale da 587 Cv (!), autonomia dichiarata di 540 km (e 59.100 euro di listino).

Prima di lanciarsi in autostrada, #5 deve affrontare il traffico urbano di punta. Sorprende il raggio di sterzata da 11,2 metri: maneggevole, nonostante le dimensioni da «full size Suv» (4 metri e 70). L’uscita dalla giungla meneghina si rivela meno avventurosa del previsto. A bordo, l’impressione è quella di trovarsi nell’appartamento di un impallinato di tecnologia: sedili ampi, riscaldati e ventilati, schermi per guidatore e passeggero, poltrone posteriori reclinabili con tanto di presa USB-C da 60W per ricaricare il laptop. Non solo guidatore e copilota, ma anche chi viaggia dietro trova un ambiente rilassante e ricco di attenzioni.

Imboccato il casello, Smart #5 mostra i suoi muscoli da viaggiatrice: doppi vetri e rivestimenti fonoassorbenti isolano abbastanza bene dai fruscii aerodinamici, mentre il clima a bordo è mantenuto ideale dal climatizzatore bizona con sensore di qualità dell’aria. A completare un’esperienza relax, l’impianto audio Sennheiser. Sul piano della sicurezza, il Pilot Assist (cruise control adattivo combinato con mantenimento di corsia) funziona benone: né distratto, né... nevrotico, riducendo lo stress nei momenti più noiosi, come traffico denso, pioggia o monotoni rettilinei.

Una riserva di quasi 600 Cv e di oltre 600 Nm assicura sorpassi da campioni, mentre i cambi di corsia o i curvoni delle rampe di accelerazione non scuotono il telaio, nonostante le 2,3 tonnellate di peso. Il viaggio si svolge sereno.Punto forte della batteria di #5 Summit, oltre alla capacità energetica di 100 kWh, è l’architettura a 800 volt. Collegandosi a un totem di ricarica IPlanet da 400 kW di capacità, in 18 minuti passiamo dal 10% all’80% dello «State of Charge», mantenendo potenze medie superiori ai 200 kW: test di ricarica veloce superato. La prova è in definitiva un buon riscontro di come «maxi» Smart, nelle intenzioni della marca, non sia una semplice evoluzione della #1 o della #3. Bensì un concetto nuovo: quello della prima Smart di sempre adatta pure come prima auto di famiglia. Una famiglia, almeno, «organizzata» per la transizione al full electric. Se invece, in famiglia, c’è a disposizione un Suv tradizionale e l’esigenza è quella di una citycar per i piccoli spostamenti, beh... si sappia che è ormai solo questione di tempo: Smart #2 ha ottenuto luce verde e dal 2027 torna il concetto di Smart, come ci eravamo abituati ad intendere. E ad amare.

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