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«La mia rinascita passa dal digitale: è quello il futuro della musica»

«La mia rinascita passa dal digitale: è quello il futuro della musica»

di Pierangelo Pettenati

23 Dicembre 2020, 09:58

L'intervista a Pietro Amoretti. "Il mio nuovo singolo 'Rebirth' è un brano strumentale: me lo ha ispirato la mia compagna"

Al termine del primo lockdown il chitarrista e autore salsese Pietro Amoretti ha pubblicato la cover di «Jailhouse rock», una forma anche ironica per rimarcare la fine di un periodo difficile.
Ora ha pubblicato in digitale su tutte le piattaforme on line «Rebirth», una sua composizione strumentale, evocativa già dal titolo: «Nasce 8 anni fa, da un fatto personale, legato al riaccendersi di una fiamma ad oggi più che mai attiva, ecco perché rinascita, che possiamo solo trovare in noi stessi, reagendo e tirando fuori “superpoteri” che nemmeno pensiamo di avere. Proprio il periodo che stiamo vivendo mi ha dato il La per completarlo e coinvolgere le persone adatte per pubblicarlo: Francesco Nigri, pianista eccezionale di Fidenza che ha saputo cogliere l’essenza del brano e incastrare note meravigliose, e Filippo Colombari, non solo mio prezioso cugino, figlio del grande maestro Colombari di Busseto, ma bassista professionista e cuore pulsante del brano. 
Un doveroso grazie va alla mia compagna, che oltre ad essere l’ispirazione del brano, mi sopporta/supporta nella produzione e nella vita quotidiana».
È nata prima la musica o prima il messaggio che volevi comunicare? 
«La musica è nata di pari passo al pensiero, traduzione dei miei sentimenti. Ho la fortuna di avere uno studio privato nel quale posso curare anche il lato esecutivo e lavorare anche per altri artisti a distanza e non. Ricordo, ad esempio,  il recente singolo per I Corvi. In più l’esperienza nel mondo del marketing mi dà la possibilità di curare grafiche e promozione». 
Che collegamento c’è con il precedente singolo? 
«Se il primo era un esperimento, il secondo brano è la conferma di una strada che ho deciso di portare avanti, cioè la produzione e la 
creazione di un catalogo variegato di miei brani sui canali digitali, che offrono buone opportunità e di fatto rappresentano (volente o nolente) il futuro della musica».
Questi due singoli sono il preludio a un lavoro più ampio e corposo, come un album? 
«Il sistema musicale attuale non prevede più la necessità di un formato album, soprattutto per la musica strumentale; oggi si parla di catalogo, ed è quello che voglio creare. Per questo ho scelto la distribuzione digitale, anche perché dal 2021 il formato cd cesserà di esistere».
 

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