L'intervista a Francesco Camattini
Carola Rackete è al momento uno dei nomi più frequenti nei dibattiti, sulla rete e non solo. A lei, con un’operazione simile ai cosiddetti «instant book», il cantautore parmigiano Francesco Camattini ha dedicato la canzone «Capitana», pubblicata su YouTube e sulla sua pagina Facebook. Un’operazione che ha inevitabilmente provocato anche una coda polemica, tanto che su YouTube non è possibile commentare. Ma prima delle critiche viene però la canzone, che nel suo intento di fondo era nella mente di Francesco già da qualche tempo: «Volevo riscrivere un classico della canzone popolare come ''Fischia il vento'' in una versione contemporanea. Poi è accaduto quello che è accaduto così ho pensato di rifarla in modo che fosse un inno alla lotta, positiva, per dei buoni motivi. Un intento propagandistico, sotto certi aspetti e nel senso più morbido del termine, propaganda di un pensiero e di un sentimento, non di un movimento o un partito; propaganda etica, che aiutasse nel morale, mio e di quelli che, ascoltandola, possano essere spinti ad andare avanti».
Perché dedicarla proprio a Carola Rackete?
«Perché in lei ho visto molto coraggio nel perseguire un proprio credo, al di là del fatto che si possa essere d’accordo o meno. E soprattutto ho visto una precisa riedizione di Antigone, che però si sacrifica per il fratello mentre Carola si sacrifica per quelli che ritiene “fratelli” (e per qualcuno lo sono davvero) anche se in realtà non lo sono. Quindi va contro l’autorità, fa quello che secondo lei è più giusto e paga il prezzo che c’è da pagare».
La pubblicazione della canzone ha fatto immediatamente partire una serie di commenti, il cui tono è facilmente immaginabile; erano in preventivo?
«Sì, me l’aspettavo. Ma non li aspettavo, soprattutto per i toni, da persone che conosci e che di persona non si permetterebbero mai di dirti certe cose. Ma ho anche sperimentato il lato opposto della medaglia, cioè amiche e amici che si sono presi la briga di rispondere a quelle critiche, alcune davvero tragicomiche».
Basandosi sul tono dei commenti, secondo lei quanti di questi “critici” hanno effettivamente ascoltato la canzone?
«Dire quasi nessuno…».
Questa canzone è un caso isolato o avrà un seguito?
«Farò parte del nuovo album a cui sto lavorando e che si intitolerà ''La notte della Repubblica''. Oltre a questa ci sarà una canzone dedicata a Giulio Regeni, un’altra dedicata alla trasmissione ''La notte della Repubblica'' e altre; sarà un album di impegno civile e sociale, ormai l’unica frontiera che mi sento di affrontare come artista”.Pierangelo PettenatiFoto di Nicola Gennari
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